Zebulon Simantov, l’ultimo ebreo di Kabul ha lasciato l’Afghanistan

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Dopo aver rifiutato a lungo di lasciare il suo paese, nonostante la presa di potere da parte dei talebani, pochi giorni fa Zebulon Simantov, l’ultimo ebreo rimasto a Kabul ha lasciato l’Afghanistan, per scappare a New York.

Un filmato dell’emittente israeliana Kan lo riprende a bordo di un autobus, insieme a donne e bambini, intenti a scappare dal proprio paese, dove ormai il pericolo era diventato troppo grande.

Una scelta dettata dalla paura  quella di Simantov, che per anni ha rifiutato di andarsene da Kabul, anche dopo la fuga della sua famiglia nel 1998.

Oltre a portare avanti la sua attività di commerciante di tappeti, Simantov si occupava della sinagoga di Kabul, che ha tenuto aperta fino alla sua fuga all’inizio di Settembre.

Nato a Herat nel 1959 da una famiglia ebraica ortodossa,  si trasferì giovanissimo a Kabul, proprio nella sinagoga che ha gestito fino alla sua fuga. Era il periodo della Seconda Guerra Civile Afghana, quando i talebani presero il comando; Zebulon Simantov è stato arrestato e torturato più volte e sebbene la sua famiglia e tutta la comunità ebraica di Kabul fosse scappata per trasferirsi in Israele, non ha mai voluto lasciare il suo paese. È sempre rimasto in quella piccola sinagoga e ha dovuto contare sulle comunità ebraiche più vicine, oltre a quelle americane per ricevere carne Kasher e cibo per le festività.

Con la presa di Kabul il 15 agosto 2021, a Simantov fu data la possibilità di scappare in Israele: l’uomo d’affari israeliano Mordechai Kahana, si era offerto di pagare un volo privato che lo portasse a Tel Aviv, ma Simantov non aveva nessuna intenzione di abbandonare la sua sinagoga. 

Tra le motivazioni addotte, quella secondo cui il non aver voluto concedere il get a sua moglie, avrebbe costituito un problema all’interno dello stato israeliano.  

Il 7 settembre giunge la notizia che Zebulon Simantov avesse finalmente deciso di lasciare Kabul a bordo di un pulmino, insieme ad altre 30 donne e bambini afghani, per dirigersi in America. La fuga è stata finanziata dall’uomo d’affari americano Moshe Margaretten.

Nonostante i talebani avessero assicurato che non avrebbero toccato le minoranze religione e che quindi Simantov sarebbe stato al sicuro, il suo maggior timore erano l’ISIS-K e Al-Qaeda, le cui azioni sarebbero state imprevedibili. 

Zebulon Simantov si trova ora a New York, dove vivono i suoi familiari. Non si sa ancora se deciderà di raggiungere le sue due figlie in Israele, dove dovrà concedere il divorzio alla moglie.

 


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