ZAKA, i volontari che danno dignità ai morti di Israele

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di Ruben Caivano

 

Nel giorno in cui Israele ha contato il numero più alto di ebrei uccisi in un solo giorno da dopo la Shoah, ZAKA ha avuto un ruolo importante per l’identificazione della gran parte delle vittime. Questi volontari sono stati tra i primi a giungere nelle zone dei kibbutzim e del rave party, luoghi devastati dalle barbarie e atrocità commesse dai terroristi di Hamas. ZAKA ha fatto tutto il possibile per dare una dignità a tutte le vittime, nonostante le condizioni in cui sono state ritrovate. Ma che cos’è di preciso ZAKA?

ZAKA, che è l’acronimo in ebraico di זיהוי קרבנות אסון (Identificazione Vittime del Disastro), è un’organizzazione paramedica israeliana che ha il compito di riunire tutti i resti di un corpo, persino il sangue, così da garantire una sepoltura adeguata secondo le norme ebraiche. L’organizzazione è stata fondata dal rabbino Yehudà Moshe Zahav con il motto: “Salvare chi può essere salvato, onorare chi non ce l’ha fatta”.

ZAKA è nata ufficialmente nel 1995, ma era già operativa nel 1989, periodo della Prima Intifada. Il suo primo intervento infatti risale all’attentato sulla linea 405 del bus Tel-Aviv- Gerusalemme dove vennero uccisi 16 civili. Con la Seconda Intifada l’organizzazione ha drasticamente aumentato le sue attività per via dei frequenti attacchi terroristici kamikaze, specie sugli autobus.

In generale ZAKA interviene in casi tragici e traumatici come i disastri naturali, i suicidi e dopo gli attentati. Dopo le due Intifade l’associazione ha anche avuto degli incarichi internazionali da parte del governo israeliano. ZAKA ha portato aiuti a paesi colpiti da eventi disastrosi come i terremoti e gli tsunami che devastarono la Thailandia nel 2004, il Giappone nel 2011 ed il Nepal nel 2015. ZAKA è intervenuta inoltre in paesi colpiti da attacchi terroristici, come a Mumbai, in India nel 2008.

Questa organizzazione israeliana è costituita da migliaia di volontari, molti dei quali ebrei ultraortdossi, che lavorano anche come assistenti sulle ambulanze. “È un servizio sacro perché non si chiede un ringraziamento. – ha affermato in un’intervista uno dei suoi volontari – Il morto infatti non può dare nulla indietro”.

Dare la dignità ad un morto è una delle mitzvot più importanti dell’ebraismo. I membri di ZAKA hanno dato una degna sepoltura alle centinaia e centinaia di vittime ed in particolare ai loro cari, che hanno la possibilità di piangere sulle loro tombe. Diversi corpi non sono ancora identificabili e si sta facendo uso delle tecnologie più avanzate per arrivare al riconoscimento.

Nei giorni più bui dello Stato ebraico i membri di ZAKA, assieme ai soldati dell’IDF, sono dei veri e propri supereroi: non solo hanno evitato il tracollo di Israele, ma hanno anche portato, con la loro umiltà ed umanità, un po’ di luce e speranza per il futuro.

 


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