Una ragazza ebrea a Shanghai
di Nathan Greppi
Esattamente 10 anni fa, il 1 luglio 2010, usciva nelle sale A Jewish Girl in Shanghai, un film d’animazione cinese che ha trattato la Shoah e l’antisemitismo da una prospettiva storica poco conosciuta: quella del Ghetto di Shanghai, dove numerosi profughi ebrei sfuggirono alle deportazioni anche grazie alla solidarietà della popolazione locale.
Siamo negli anni ’40, quando la città è occupata dall’esercito giapponese: Rina e Mishalli sono due giovani fratelli ebrei fuggiti dall’Europa, dove sono rimasti i loro genitori, che hanno trovato rifugio nel ghetto di Hongkou, distretto di Shanghai. Qui Rina conoscerà A-Gen, un ragazzino del posto che la aiuta nei momenti di maggior difficoltà e con il quale stringerà un forte legame di amicizia.
Il film, diretto dal regista Wang Genfa e tratto da un fumetto di Wu Lin, che è anche lo sceneggiatore della pellicola, suscita un certo interesse per il contesto storico che narra: tra la fine degli anni ’30 e i primi anni ‘40 furono circa 18.000 gli ebrei che dall’Europa si recarono a Shanghai in cerca di un rifugio, e che furono chiusi nel ghetto durante l’occupazione dei giapponesi, alleati dei tedeschi. Ma nonostante ciò, il porto locale continuò a permettere l’arrivo di profughi ebrei quando in tante altre città non potevano entrare. E non solo i cinesi furono accoglienti, ma anche le truppe giapponesi, nonostante l’alleanza con i nazisti, lasciarono in pace la comunità ebraica.
Nel corso della storia, alle scene ambientate in Cina si alternano flashback di Rina sulla sua vita in Europa, che sembrava idilliaca finché non sono iniziati prima i bombardamenti e poi i rastrellamenti degli ebrei. A Shanghai riuscirà a trovare riscatto prima facendo amicizia con A-Gen e altri cinesi solidali, e poi dando una mano alla resistenza locale contro le truppe dell’Asse.
Nel periodo in cui è uscito, il film suscitò un forte interesse in Cina, dove si stava iniziando da poco a scoprire la cultura ebraica anche sul piano accademico, e le relazioni diplomatiche tra la Cina e Israele stavano migliorando rispetto ai tempi della Guerra Fredda. Lo stesso Wu Lin, autore della storia, ha spiegato in un’intervista che il suo intento era di narrare il sostegno reciproco tra i due popoli in tempi di difficoltà.
Il film venne premiato in numerosi festival di cinema ebraico, ed è considerato il primo film di produzione cinese che tratta la storia del popolo ebraico.
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.