Una nuova pace per Israele: l’UGEI dialoga con StandWithUs
Di David Fiorentini
Una nuova alba di pace, cambiando la prospettiva di Israele del Mondo: questo il titolo della più recente iniziativa targata HaTikwa, un’emozionante diretta in collaborazione con l’associazione StandWithUs tenutasi il 6 ottobre sulla pagina Facebook della nostra rivista (di cui potete trovare il replay cliccando qui). Si è discusso insieme a Charlotte Korchak, Senior Educator e Direttrice dell’International Student Program di StandWithUs Israel, che con la sua energetica verve ha permesso al pubblico italiano di conoscere la propria organizzazione e i suoi obiettivi. Da sempre impegnata nell’educazione e nella didattica, StandWithUs si pone l’obiettivo di combattere la disinformazione, contrastare l’antisemitismo e promuovere la conoscenza della cultura ebraica e di Israele. Oggi, dopo quasi 20 anni di attività, è diventata uno dei principali enti mondiali a favore di Israele, e conta svariate sedi in tutto il globo.
Dopo i saluti del Direttore di StandWithUs Nederland Elad Zigler, Charlotte ha intrapreso un lungo viaggio tra i vari Paesi che nelle ultime settimane hanno instaurato nuovi rapporti con Israele. Non poteva non partire dagli Accordi di Abramo, che nel mese passato hanno scosso radicalmente gli equilibri del Medio Oriente. Una delle ragioni è l’entità del trattato: una pace “a caldo”, cioè non finalizzata al congelamento di uno status quo come con l’Egitto e la Giordania, ma focalizzata alla creazione di nuove cooperazioni, interazioni e scambi.
Altro motivo è la risonanza avuta nella Lega Araba, che già dal 2002 aveva abbandonato la linea del “rifiuto” dello Stato di Israele, prendendo atto della sua esistenza, ma che ora si appresta addirittura a riconoscere il suo diritto ad esistere. In particolare, il passo compiuto dal Bahrain è indicativo del benestare dell’Arabia Saudita, molto influente nelle politiche bahreinite e leader dell’asse arabo-sunnita. Allo stesso tempo, si è configurata una nuova dimensione per la sponda palestinese, la cui causa è passata in secondo piano rispetto agli interessi socioeconomici dei paesi arabi, che vedono la classe dirigente palestinese sempre più incapace di gestire gli ingenti finanziamenti ricevuti.
A un certo punto, il webinar ha lasciato il mondo arabo per seguire le numerose tappe che la diplomazia israeliana ha raggiunto: dal Malawi, propenso a spostare la propria ambasciata a Gerusalemme, all’Honduras, fino alla Serbia e al Kosovo. Operazioni anche queste molto complesse, ancora di più durante la crisi coronavirus, ma che senza dubbio sono fonte di grande ottimismo per il futuro. In particolare, lo scenario balcanico, che con la mediazione degli USA ha visto per la prima volta la firma di un trattato economico tra Serbia e Kosovo, a sorpresa ha poi incluso il riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello Stato Ebraico e a sua volta il riconoscimento del Kosovo da parte di Israele.
Finita la parte più corposa del webinar, la Direttrice Korchak ha risposto ad alcune domande del pubblico, in primis quelle del Caporedattore di HaTikwa Luca Spizzichino, il quale ha posto due questioni: le opportunità per UAE e Israele nel novello accordo e i recentissimi contatti tra Israele e Libano per la sovranità marittima. In entrambe ha dominato un rinnovato ottimismo, nel primo caso già concretizzato con importanti collaborazioni in ambito cinematografico, sportivo e musicale; basti pensare alla notizia del nuovo singolo Ahlan Bik nato da una collaborazione tra un cantante israeliano e uno emiratino. Nel secondo caso regna ancora l’incertezza, legata soprattutto alla presenza destabilizzante di Hezbollah. In ogni caso, il ritorno a delle trattative con i libanesi dopo così tanti anni non è cosa da poco.
La Korchak ha proseguito focalizzandosi sulla calda situazione del Caucaso, che di recente è tornata ad essere teatro di feroci scontri. L’Armenia e l’Azerbaijan rientrano infatti tra quei Paesi che si sono notevolmente aperti ad Israele. Il primo ha da poco annunciato, in occasione di Rosh HaShana, l’apertura di un’ambasciata a Tel Aviv, mentre il secondo ha accordi militari e petroliferi molto consistenti con Gerusalemme. A detta della Direttrice, Israele dovrebbe rimanere il più distaccata possibile dal conflitto, visti i numerosi ostacoli che già deve affrontare (il che è difficile, considerando le recenti polemiche sulle armi vendute da Israele agli azeri e la reazione armena di ritirare l’ambasciatore).
Infine, dopo un rapido excursus sulla politica americana, si è giunti all’ultima domanda, formulata da Patricio Martinez, Direttore di StandWithUs America Latina: cosa possono fare i singoli paesi europei affinché l’UE cambi il suo atteggiamento fazioso nei confronti di Israele? Purtroppo, ha spiegato la la Korchak, l’Unione Europea viene da una lunga tradizione di avversione allo Stato Ebraico. La condanna della decisione di Serbia e Kosovo di riconoscere Gerusalemme capitale è solo la punta dell’iceberg blu a stelle gialle. Il principio secondo cui l’UE comincerà a trattare seriamente con Israele solamente a seguito del raggiungimento di un accordo con i palestinesi è un enorme freno che, oltre ad essere deleterio per l’Europa, dimostra anche un doppio standard. L’UE non aspetta che la Cina risolva i propri conflitti con Hong Kong, Tibet e gli uiguri, né tanto meno che la Russia ritiri le proprie truppe dalla Crimea. Persino i Paesi Arabi hanno abbandonato questa tattica, comprendendo le colossali responsabilità della classe dirigente palestinese. Cosa aspetta l’Europa?
Come si è potuto intendere, è stata una sessione molto intensa e piena di contenuti, rispecchiando la dinamica e stimolante realtà di StandWithUs. Purtroppo, ancora non hanno un vero e proprio ufficio in Italia, ma siamo felici di annunciare che, anche grazie allo sforzo dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia, si sta cercando di creare un gruppo in grado di continuare la missione anche nel Belpaese. Un progetto molto ambizioso, a cui tutti sono invitati a partecipare e sostenere per diffondere la verità su Israele e difendere i diritti inalienabili del Popolo Ebraico.
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.