Un evento storico: Jonathan Pollard viene finalmente liberato
di Giorgia Calò
È del 20 novembre 2020 l’ordinanza che libera definitivamente Jonathan Pollard, ex-analista dell’intelligence della marina militare USA, arrestato nel 1985 con l’accusa di spionaggio a favore di Israele e condannato all’ergastolo.
Dal 1984 iniziò a lavorare come spia per conto di Israele, passando a Gerusalemme tutte le informazioni circa le armi chimiche utilizzate in Iraq e Siria, foto satellitari del Quartier Generale dell’OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) in Tunisia e sugli armamenti arabi.
Un anno dopo i suoi movimenti iniziarono a destare sospetti tra i suoi collaboratori, che dichiararono di averlo visto portar via documenti riservati in luoghi non autorizzati. Dopo il rifiuto da parte dell’Ambasciata israeliana di Washington di offrire asilo a lui e a sua moglie, Pollard fu arrestato dall’FBI e condannato all’ergastolo.
Il suo movente fu quello di aver trasmesso informazioni cruciali per la sicurezza di Israele, che gli USA avevano tenuto segrete. Il Governo israeliano ha riconosciuto in parte la responsabilità di essersi servito di Pollard, e nel 1987 ha presentato le sue scuse ufficiali al governo americano, ma ciò non è servito ad ottenere il rilascio della spia, nemmeno con il conferimento della cittadinanza israeliana, che a Pollard è stata concessa nel 1995.
La condanna di Pollard, tuttavia, prevedeva una condizionale dopo 30 anni di reclusione; infatti, è proprio nel 2015 che l’ex spia viene rilasciata dal carcere del North Carolina, e trasferito a New York in libertà vigilata, con limitazione di spostamenti, monitorati con braccialetto elettronico, coprifuoco dalle 19:00 alle 7:00 e divieto di rilasciare dichiarazioni alla stampa.
Accantonato il suo passato da spia, l’unico desiderio di Pollard era quello di lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare da capo, tornando in Israele.
A 35 anni dall’inizio della vicenda, il desiderio dell’ex spia può ancora realizzarsi: la scorsa settimana, infatti, la Commissione per la libertà vigilata degli Stati Uniti ha posto fine alla libertà condizionale di Pollard, dandogli così la possibilità di fare l’Alyah.
Il rilascio di Pollard è stato ben accolto dal premier Benjamin Netanyahu, che si è sempre prodigato per il suo rilascio, e dal presidente israeliano Reuven Rivlin; entrambi hanno dichiarato di attendere il suo arrivo in Israele.
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