Un caleidoscopio di identità: diversità e multiculturalità nella società israeliana
di Yael Di Porto
Israele è una fusione di culture e persone che l’hanno plasmata e fatta diventare la nazione di oggi. La sua storia complessa e turbolenta ha definito nel tempo una popolazione eterogenea, composta da persone provenienti da tutto il mondo: ebrei ashkenaziti dall’Europa orientale; quelli sefarditi dalla Spagna e gli etiopi dall’Africa; poi arabi palestinesi, drusi, beduini (popolo nomade che vive nel deserto del Negev), russi, ucraini, marocchini, yemeniti, iracheni, iraniani e molti altri gruppi etnici e religiosi convivono assieme entro gli stessi confini. Questa ricca diversità si riflette in ogni aspetto della vita israeliana. Sebbene la lingua ufficiale sia l’ebraico, circa il 20% della popolazione parla arabo, e molte altre lingue sono comunemente usate all’interno delle diverse comunità (come l’aramaico, l’amharico, il russo e il georgiano). E se la lingua è variegata, altrettanto lo è la cucina israeliana, che rappresenta un mix di influenze delle correnti mediterranee, orientali e africane. Spicca in questo senso il festival “Eat Tel Aviv”, che si svolge ogni anno a maggio-giugno nei giardini Yehoshua a Tel Aviv. È uno dei festival gastronomici più grandi e popolari in Israele e attira migliaia di visitatori da tutto il paese. Il festival offre un’ampia varietà di stand, dove si possono trovare piatti provenienti da tutto il mondo, dalla locale cucina israeliana fino ai cibi esotici internazionali. Si possono trovare anche ristoranti di chef rinomati, oppure quelli locali assieme alle autentiche bancarelle di street food. Questa unione di diverse cucine e culture ha spinto il giornale Forbes, nel 2017, ha definire Israele come il paese “con la migliore panoramica culinaria del mondo”. Come lingua e cucina, anche la musica israeliana incorpora le tradizioni sonore di tutto il mondo. Il ritmo medio orientale e poi il pop, un miscuglio che ha plasmato la musica “mizrahit”, resa celebre in tutto al mondo anche grazie a cantanti come Omer Adam e Eden Ben Zaken. In sintesi, Israele rappresenta un caleidoscopio di culture provenienti da tutto il mondo. Tuttavia, la diversità di Israele non è priva di sfide, che oggi sono più accentuate dopo i fatti del 7 ottobre. Ma nonostante ciò, la lotta per l’uguaglianza e la giustizia sociale rimane una tematica importante del discorso pubblico israeliano. Sopratutto riguardo le questioni chiave per i diritti delle minoranze sul lavoro e per la disparità salariale. “SAYA” che è un’organizzazione senza scopo di lucro che offre opportunità di lavoro e formazione alle donne arabe in Israele. Finora ha aiutato migliaia di donne ad acquisire le competenze e l’esperienza di cui hanno bisogno per trovare un buon lavoro e sostenere le proprie famiglie. Questo ci dimostra che la ricca varietà di culture, tradizioni e prospettive offre un terreno fertile per l’innovazione, la creatività e la coesistenza pacifica. La società israeliana è in continua evoluzione, mentre naviga tra le sfide e le opportunità di costruire una società più inclusiva e giusta per tutti i suoi cittadini. Oggi possiamo vedere questa inclusività specialmente nell’ambito militare, dove i drusi prestano servizio nell’esercito e mostrano grande volontà di combattere per Israele. Dimostra, questo, come i gruppi minoritari si sentano parte di un Paese che hanno desiderio di servire per contribuire alla sua sicurezza. Israele rappresenta un esempio unico di come le diversità possano coesistere all’interno di una singola nazione. La sua storia, la sua cultura e la sua società sono un caleidoscopio di identità, colori e voci. Voci che gridano fraternità, che si supportano e sanno condividere l’ amore per la loro terra. Mentre il paese affronta le sue sfide interne, la sua capacità di abbracciare la diversità e promuovere l’inclusione rimane un faro di speranza per un futuro più armonioso.
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