UCEI, rom e migranti: 4 motivi per NON attaccare Salvini

Matteo-Salvini

Nelle ultime settimane si è molto parlato, sia nei mass media che sui social, delle prese di posizione del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, in particolare per quanto riguarda i rom e i barconi che portano i migranti. Posizioni che hanno suscitato prese di posizione contrarie da parte dell’UCEI, oltre che della senatrice Liliana Segre. Ma siamo sicuri che attaccare Salvini sia la cosa giusta? Qui sotto proviamo a elencare 4 motivi per cui osteggiarne le azioni può essere un errore:

  • Nonostante tutti gli attacchi che la Lega ha ricevuto da più direzioni, i sondaggi parlano chiaro: secondo l’istituto Swg, il Carroccio è passato dal 17% delle elezioni politiche al 29,2% come gradimento. Inoltre, il centrodestra è riuscito a prendere città e province dove dalla fine della Guerra erano stati eletti sempre e solo politici di sinistra (come Genova, Siena e Sesto San Giovanni). Ma il dato che più fa pensare riguarda un sondaggio Ipsos realizzato per il Corriere della Sera: infatti, è emerso che il modo in cui Salvini ha gestito l’affare Aquarius non ha ricevuto consenso solo dagli elettori di destra o 5 Stelle, ma anche da un terzo degli elettori del PD. In altre parole, prendendo posizione contro chi ha dalla sua parte la maggioranza degli italiani, l’UCEI rischia di suscitare reazioni ostili verso gli ebrei.
  • Qui devo passare a parlare di esperienze dirette: infatti, chi ha frequentato licei di provincia, e ha conosciuto i giovani che votano la Lega o i 5 Stelle, sa bene che etichettare come “fasciste” determinate posizioni non porta alcun risultato; anche quando parlavo con i miei compagni di classe delle posizioni di Grillo sugli ebrei e Israele, nella maggior parte dei casi a loro non importava. E questo non perché fossero antisemiti: la maggior parte di loro non aveva mai visto prima un ebreo, e quando lo scoprono le prime reazioni sono di stupore o indifferenza, ma mai di odio.
  • Prendere posizione contro una determinata fazione politica può essere divisivo anche per gli stessi ebrei italiani: infatti, è risaputo che da anni una parte consistente di essi è politicamente vicina a Berlusconi, tanto che il 4 marzo il 44% degli italiani residenti in Israele ha votato per lui, e che nel 2008 tale percentuale saliva al 73%. Inoltre, anche tra gli ebrei c’è chi teme l’immigrazione islamica, a causa della quale in Francia gli atti antisemiti sono in costante aumento. Una preoccupazione tale che persino il presidente UCEI Noemi Di Segni, nel settembre 2017, parlando dei migranti ha detto che non dobbiamo essere indifferenti, ma neanche “coprirci di buonismo”.
  • Infine, e questa è forse la ragione più importante, perché la Lega ha catalizzato voti che, se essa non esistesse, andrebbero a partiti veramente neofascisti come CasaPound e Forza Nuova. E forse è anche grazie al fatto che il Carroccio non è più un partito solo del nord che alle Regionali del Lazio CasaPound si è fermata al 2%. In questo caso, chi non ama la Lega dovrebbe perlomeno ricorrere alla logica del “meno peggio”.

Nathan Greppi

Su HaTikwa la risposta all’opinione di Nathan Greppi da parte di Giorgio Berruto a questa pagina [NdR]


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