Tra genio e chutzpah: la storia dei primi Premi Nobel per la Chimica israeliani
di Gavriel Hannuna
Qualche giorno fa ero appena atterrato in Israele, di ritorno dalle vacanze di Pesach. È tardi, e prendo un taxi per andare a Tel Aviv. Mentre mi accompagna a casa passiamo in una strada che era stata ristretta per lavori; c’erano birilli, frecce luminose, e tre persone con giubbotti giallo evidenziatore, a gestire il traffico.
Chiacchieravamo delle solite cose di cui un tassista israeliano e un cliente italiano chiacchierano, fino a quando noto queste persone in strada e curiosamente gli chiedo: “Ma che ci fanno qua, non una, non due, ma tre persone, a controllare che i coni e le gigantesche frecce facciano il loro lavoro?”
Lui, sorridendo, mi risponde: “In Israele serve chi fa questo lavoro, perché se in Europa bastano dei coni, qua c’è bisogno di qualcuno pronto a litigare, perché quando un israeliano in macchina vede dei birilli in una strada dove passa di solito, scende, li sposta, e ci passa, come se niente fosse. E quando gli si dice che di la non ci sarebbe dovuto passare, ti risponde, con testardaggine (chutzpah), che lui di la c’è sempre andato”.
La sua risposta mi ha fatto ridere, e anche ripensare a molte scene simili che avevo vissuto negli ultimi 3/4 anni in Israele. Mentre ci ripenso, mi viene in mente un’intervista del comitato del Premio Nobel ad Aaron Ciechanover (Premio Nobel per la chimica Israeliano), che avevo ascoltato qualche settimana prima.
In questa intervista, il Dr. Ciechanover raccontava di come avesse iniziato la ricerca che gli permise di vincere il premio più ambito nel campo scientifico. Erano gli anni ’80, la ricerca scientifica era particolarmente focalizzata nel risolvere “il dogma” della biologia: spiegare le reazioni che permettono di arrivare dal DNA ad una proteina.
Mentre il mondo scientifico si concentrava su questo (obbiettivo che fruttò un Premio Nobel alla scienziata israeliana Ada Yonath, per la scoperta della struttura del ribosoma), Ciechanover, Avraham Hershko, e Irwin Rose decisero di “spostare i birilli”, e di iniziare una ricerca non sulla formazione delle proteine, ma bensì sulla loro degradazione. Una strada non battuta, un rischio che con coraggio, e chutzpah, i tre scienziati decisero di percorrere. Il risultato delle loro ricerche li portò in Svezia, più di 20 anni dopo, a ricevere il Premio Nobel, facendo entrare Hershko e Ciechanover tra i primi cittadini Israeliani a ricevere il prestigioso Premio, in ambito scientifico.
“Il talento coglie un bersaglio che nessun altro riesce a colpire; il genio coglie un bersaglio che nessun altro riesce a vedere.” Diceva Schopenhauer.
Genio, coraggio, e chutzpah, la ricetta segreta per i successi d’Israele.