Taglit Italia 2019: il viaggio continua tra Jaffo e Tel Aviv
La giornata di mercoledì è iniziata per nostra felicità un po’ più tardi del solito, con partenza alle ore 8:30.
Qui, oltre a combattere con il caldo tipico dell’estate israeliana, abbiamo visto la parte antica della città di Jaffo, unita a Tel Aviv dopo la fondazione dello stato d’Israele (1948) precedentemente popolata da arabi, cristiani, musulmani ed ebrei; tutt’ora è ancora popolata da una maggioranza araba.
L’importanza del porto di Jaffo è citato anche nei passi biblici come il legname necessario a Salomone per la costruzione del Primo Tempio che fu fatto sbarcare nel porto, oppure come il Profeta Jona che scappa dalla missione di Dio arrivando al porto di Jaffa per prendere la nave e scappare a Tarsis.
Terminata la visita di Jaffo siamo tornati a Tel Aviv dove ci attendeva il vice-ambasciatore dell’Italia in Israele. Il vice-ambasciatore Macchi ci ha brevemente spiegato quali sono il suo ruolo e i suoi compiti. A questa sua breve introduzione è poi seguita una mezz’oretta dove il vice-ambasciatore ha risposto alle nostre domande e dubbi riguardo quella che è l’attuale situazione politica in Israele e come sia coinvolto lo stato italiano in questa parte del mondo. I nostri interrogativi concernevano prevalentemente quella che è la posizione italiana e conseguentemente europea riguardo il conflitto israeliano-palestinese e le responsabilità legate al suo ruolo.
A questo punto della giornata, dopo aver lasciato l’ambasciata è arrivato il momento più atteso da tutti noi partecipanti del Taglit, che quest’anno ha deciso di farci provare la nuova esperienza del self discovery. Questa iniziativa prevede l’andare alla scoperta della città di Tel Aviv senza la guida dei madrichim. Prima di partire però per questa piccola avventura il nostro “zio taglit” (Yehonatan Avrilingi) ha consegnato ad ognuno un bigliettino con un nome di un compagno di taglit a cui ognuno dei membri avrebbe dovuto fare un regalo di nascosto (che verrà consegnato l’ultimo giorno). Ciò è avvenuto durante le ore del pranzo e del primo pomeriggio. Nonostante il caldo asfissiante, siamo poi andati in visita allo shuk ed ogni gruppo è andato a visitare i posti che preferiva. Questa esperienza ha lasciato tutti con dei bei sorrisi sulle labbra e con dei bei ricordi da aggiungere a questa bellissima esperienza.
Al nostro ritorno in hotel alle ore 17 abbiamo ritrovato Jonathan Pacifici che ci ha mostrato un punto di vista diverso di quella che è la quotidianità e attualità del vivere in Israele oggi. Ha spiegato la situazione politica interna in Israele e ha terminato con un breve Q&A informale che aveva più la sensazione di una chiaccherata tra amici.
Appena finito il meeting con il signor Pacifici ci siamo trasferiti rapidamente al ristorante tripolino Gueta e dopo qualche smorfia da parte di alcuni abbiamo iniziato a mangiare: molti di noi hanno cambiato opinione sulla cucina tripolina. Con la pancia piena ma ancora sporchi, i madrichim ci hanno concesso un’ ora di tempo per prepararci per la serata fuori. Quest’ ultima parte della giornata ci ha permesso di conoscerci ancora meglio e di sfogarci alla fine di una giornata lunga e faticosa.
Alessandro Bentivogli
Dafna terracina
Andrea Luzzatto
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.