
di Dan Toaff
Da giugno l’Italia è entrata nella cosiddetta Fase 2, ovvero quella in cui, passato il periodo di lockdown a cui gli italiani erano costretti a rimanere dall’11 marzo, si sarebbero dovute riprendere tutte quelle attività commerciali rimaste temporaneamente chiuse a causa dell’avanzata del COVID-19.
Quello che è successo dopo questa data, è stato un insieme di provvedimenti e decisioni prese dal governo che avrebbero dovuto consentire una ripresa economica e sociale, in relazione ad una tenuta della curva epidemiologica sotto la soglia di pericolo. Ovviamente, le semplici decisioni dell’establishment non sarebbero mai state sufficienti, se a ciò non sarebbe conseguito un senso di responsabilità e impegno da parte di tutti i cittadini.