“St. Louis, il coraggio di un capitano”. Una storia in graphic novel
St. Louis, il coraggio di un capitano è la storia del transatlantico tedesco St. Louis, che nel 1939 partì da Amburgo direzione Cuba con a bordo 937 ebrei in fuga dalla furia nazista.
Edito da Round Robin Editrice, di Sara Dellabella e Alessio Lo Manto, il libro è diviso in tre parti: inizia con una breve analisi a firma del Presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Mario Venezia e di altri esperti, che si concentrano sulla descrizione dell’evento attraverso date e precisazioni del contesto storico, oltre alla spiegazione puntuale di alcuni termini, quali “accoglienza”, fondamentali per una comprensione a 360° del libro. A seguire, troviamo il racconto vero e proprio, a fumetti, e in chiusura la testimonianza del Capitano del transatlantico, Gustav Schröder, comprendente una sua lettera di scuse.
La scelta di avvalersi dei fumetti per esporre l’accaduto consente anche ai più piccoli e giovani lettori di immedesimarsi, realizzare e imparare quanto successo, senza rimanerne traumatizzati. Il registro scelto rende semplice e comprensibile una storia alquanto complicata e poco nota; in bianco e nero, con poche frasi, quando presenti, gli autori hanno deciso di focalizzarsi sui visi dei personaggi, e sulle emozioni che tali visi trasmettono, di quelle che dovevano essere le sensazioni degli ebrei della St. Louis.
La breve integrazione storica iniziale consente di approfondire gli avvenimenti, e poter quindi apprezzare ancora di più la parte seguente. Inoltre, la narrazione prosegue oltre i fatti del transatlantico; in aggiunta, alla fine del libro, in modo schematico, vengono raccontati infatti gli avvenimenti post immigrazione, quando gli ebrei scesero dalla St. Louis. Questo permette di comprendere come il “viaggio” non si sia fermato con lo sbarco del transatlantico, ma è proseguito fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Generalmente non sono un’amante dei fumetti, ma l’ibrido creato con l’excursus storico mi ha fatto apprezzare l’intero libro. Ho capito per la prima volta un fumetto: quei dettagli grafici non erano avulsi dal contesto, ma magistralmente inseriti in un discorso più ampio, che ogni lettore aveva modo di apprezzare anche se completamente ignaro, fino a quel momento, delle vicende della St. Louis.
Per questo, consiglio vivamente il libro, soprattutto ai giovani, perché racconta in modo delicato un periodo storico agghiacciante; lo consiglio a tutti coloro che, a prescindere dal fatto che siano o meno a conoscenza gli avvenimenti del transatlantico, abbiamo l’interesse ad approcciarsi ad essi in maniera leggera, ma comunque profonda.