Should I Stay or Should I Go? Barcelona

Barcellona

“Barcelona es poderosa”: con questo ritornello Woody Allen dedicava il suo film Vicky Cristina Barcelona alla capitale catalana, in una commedia romantica cui la bellezza della città faceva da sfondo. Senza dubbio la città presenta numerose attrattive: tra le prime al mondo come numero di visitatori all’anno, Barcellona combina alle bellezze artistiche il dinamismo di una grande città europea con una consistente presenza internazionale. La città offre numerose opportunità sia in termini di studio che di svago: per chi come me viene da una città industriale, poi, l’aggiunta del mare e la possibilità di raggiungere in tempi ragionevoli qualsiasi posto (ottimo il servizio di bike sharing Bicing) rende la città unica nel suo insieme. Dal punto di vista puramente accademico sono numerose le Università di primissimo livello, soprattutto per quanto riguarda la ricerca biomedica, quella economica e l’architettura: Il tutto in un ambiente sufficientemente creativo e allo stesso tempo orientato all’eccellenza scientifica.

La scelta di dove abitare a Barcellona dipende molto da dove si ha in mente di svolgere la propria attività, sia di studio che di lavoro: è comunque abbastanza facile trovare sistemazione con altri studenti, le università dispongono di residenze proprie, e il costo della vita non è proibitivo, anche se bisogna stare attenti a non cadere nelle classiche trappole per turisti.

Barcellona è un originale misto fra tradizione e modernità, sia in generale che nello specifico della tradizione ebraica. Capita spesso di passeggiare di sera nelle viuzze del Barrio gotico e incappare nei resti di un antico mikveh del Call, l’antico quartiere ebraico, riflettendo sui fasti di un’epoca lontana in cui la presenza ebraica era tanto importante da chiamare l’unico promontorio della città Montjuic, in ricordo dell’antico cimitero ebraico che vi sorgeva. Si tratta di un retaggio ebraico che la città ha iniziato a riscoprire negli ultimi anni, grazie al lavoro delle Comunità ebraiche e di molte associazioni simpatizzanti che hanno sensibilizzato le istituzioni cittadine in questo senso. Al di là degli eventi di carattere religioso, infatti (una sinagoga ortodossa che funziona a pieno ritmo dove si trovano molteplici minyanim per Shabbat e i moadim), vi sono molte iniziative di carattere culturale, come ad esempio il festival di cinema ebraico che si svolge ogni anno in collaborazione con l’Institut Francès. Unico neo sembra essere la scarsità di attività giovanili di aggregazione, che soffrono dell’esiguità dei numeri della Comunità, degli effetti della crisi economica che ha allontanato molti giovani ebrei da Barcellona e della frammentazione tra diverse comunità (ortodossa, lubavitch e reform), frammentazione che porta ad avere molta cultura ebraica ma relativamente poca vita ebraica.

Il tema dell’identità catalana merita a mio avviso una riflessione speciale, soprattutto se lo si compara a quello dell’identità ebraica. Nelle scuole di Barcellona così come in tutta la Catalogna vi è una continua opera di rafforzamento delle radici della cultura e della lingua catalana, senza che questo però precluda all’apertura verso l’esterno. In questo senso Barcellona sembra poter dare un esempio per noi giovani ebrei italiani verso un equilibrio tra tradizione e modernità dove il primo aspetto viene approfondito senza che ciò vada a scapito del secondo.

 Michele Rimini


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