Shelach Lechà: l’importanza di saper pesare le parole

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di Ruben Caivano

 

Questa settimana leggeremo la parashà di Shelach Lechà in cui viene riportato l’episodio degli esploratori: Moshe comandò a dodici membri del popolo ebraico, uno per ciascuna delle dodici tribù, di esplorare Eretz Israel, al fine di sapere se la terra fosse fertile e da chi fosse abitata.

Una volta tornati, dieci dei dodici esploratori, criticarono fortemente la terra d’Israele, arrivando persino a dire che non fosse il caso di andarci ad abitare. Solo i restanti due esploratori si distinsero, ovvero Yehoshua Bin Nun (tribu di Yeuda) e Calev Ben Yefune (tribu di Efraim), i quali sostennero che Eretz Israel era una terra adatta per il popolo ebraico.

La scorsa settimana, nella parashà di Baalotechà, è stata narrata la punizione ai danni di Miriam che parlò male di Moshè. Rashì indica il motivo della vicinanza dei due avvenimenti nel fatto che i rappresentanti che esplorarono la Terra d’Israele, avrebbero dovuto imparare da Miriam la gravità della maldicenza, cosa che invece non rispettarono.

Sempre da questo episodio è possibile dedurre un collegamento con la distruzione del Bet HaMikdash, per cui noi digiuniamo a Tisha BeAv. È scritto nella Torà che quando gli esploratori partirono per visitare la Terra era Rosh Chodesh Tammuz e tornarono dopo quaranta giorni, ovvero il 9 di Av, giorno in cui parlarono male della Terra d’Israele.

 


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