Scuola religioni laicità – L’insegnamento della materia “Storia delle religioni e del libero pensiero”

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Pubblichiamo di seguito la dichiarazione a seguito del convegno internazionale “L’insegnamento della materia ‘Storia delle religioni e del libero pensiero’ nella scuola”, svoltosi a Torino il 2 aprile 2016. L’Ugei ha partecipato al convegno con un comunicato pubblicato a suo tempo su Hatikwà.

                                               Scuola Religioni Laicità

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Introduzione

Nelle nostre società Europee sempre più complesse e sempre più plurali, la diversità religiosa in cui siamo immersi può divenire fonte di pregiudizi, stereotipi e discriminazioni. Non sembra, infatti, che la religione sia destinata a scomparire dalla scena pubblica, nonostante il processo di secolarizzazione in corso. Di fronte a questo scenario, le politiche nazionali e sovranazionali sono chiamate a tracciare prospettive d’intervento per confermare e rinnovare alcuni principi fondamentali quali la difesa dell’uguaglianza e della libertà in rapporto alle scelte personali di aderire o non aderire a una religione o ad altro sistema di pensiero.

Conoscere e comprendere la diversità religiosa del mondo attuale e passato può essere uno strumento importante per porre basi più solide all’affermazione dell’uguaglianza, della tolleranza, del dialogo, nella prospettiva di costruire una laicità rispettosa di tutte le istanze culturali.

In questa direzione si sono espresse alcune raccomandazioni da parte delle istituzioni europee che sollecitano gli stati membri a predisporre politiche educative più attente alla diversità religiosa e di pensiero.

Ne sono esempio il «Libro bianco sul dialogo interculturale», del 2008, che sostiene con forza, a nome dei governi dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa, che l’avvenire comune dipende dalla nostra capacità di tutelare e sviluppare i diritti umani sanciti dalla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, quali la democrazia e il primato del diritto, promuovendo la comprensione reciproca attraverso  l’educazione interculturale; «I Principi di Toledo. Linee guida sull’insegnamento delle religioni e delle credenze nelle scuole pubbliche», pubblicati nel 2007, dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa; e più recentemente, nel 2014, un documento del Consiglio d’Europa, «Signposts – Policy and practice for teaching about religions and non-religious world views in intercultural education», un lavoro che offre a insegnanti e politici consigli di lavoro per mettere in pratica le raccomandazioni citate riguardo l’insegnamento delle religioni e delle credenze.

Questi documenti pongono l’attenzione sull’evidenza che l’analfabetismo religioso rende difficile comprendere aspetti importanti della storia, dell’arte, della letteratura, rappresentando una penuria nel bagaglio culturale dei cittadini, e più importante, tale analfabetismo di conoscenze e competenze costituisce il terreno fertile per discriminazioni, intolleranze, e radicalismi politici e religiosi.

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Dichiarazione

Ciò considerato, i movimenti religiosi e le associazioni del mondo della scuola che oggi sono qui intervenute, si sono espressi in maniera concorde nel giudicare positivamente l’impegno per introdurre nei curricula scolastici i contenuti e gli strumenti di un insegnamento laico e non confessionale che descriva le religioni nella loro complessità e pluralità storica;

Alieno da intenti confessionali o di conversione, tale insegnamento dovrebbe completare la formazione culturale degli studenti in merito ai fondamenti etici e storici delle differenti religioni.

All’unanimità indichiamo come orizzonte ideale, da conseguirsi a medio termine, il superamento in Italia dell’attuale insegnamento facoltativo di religione cattolica, così come garantito dalle leggi, sollecitando una riforma strutturale e una proposta complessiva che tenga conto dei principi di uguaglianza, libertà religiosa e laicità, nel quadro dei mutamenti sociologici e politici attuali.

Consapevoli delle difficoltà giuridiche ed economiche che rendono complessa una tale riforma, chiediamo alla comunità dei giuristi e dei politici di lavorare per studiare ed avviare in tempi rapidi un iter di riforma adatto alla peculiarità della questione;

Per l’immediato futuro prospettiamo alcune raccomandazioni di lavoro:

– sfruttare le risorse e le potenzialità garantite dal contenitore dell’ora alternativa all’IRC per inserire la materia di “Storia delle religioni”, consapevoli che questa soluzione presenta alcune parziali criticità quali la separazione del gruppo classe secondo criteri di “identità” (peraltro già determinate dall’attuale normativa, tra avvalentisi e non avvalentisi) e la difficoltà di reperire docenti strutturati formatisi in tali discipline;

– promuovere percorsi di formazione di docenti di materie affini come la storia della filosofia, la storia, la letteratura, la storia dell’arte.

Questi contenitori provvisori dovrebbero essere l’occasione per mettere a punto e sperimentare i contenuti, i metodi, gli strumenti didattici dell’insegnamento di “storia delle religioni”. Questa fase dovrebbe vedere la collaborazione del mondo accademico, in merito ai contenuti e il coinvolgimento delle comunità religiose e delle altre associazioni interessate, nella fase divulgativa.

Sottolineiamo inoltre con forza l’attenzione sulla necessità di unire a tale insegnamento anche la trattazione di sistemi di pensiero e pratiche che rientrano nell’orbita dell’ateismo, dell’agnosticismo, dell’umanismo e che possiamo, in attesa di una definizione migliore, chiamare “storia del libero pensiero”. In tal modo potrebbero trovare adeguato spazio tali forme di credenze e appartenenze, le quali pure sarebbero sottoposte al confronto e dialogo con quelle propriamente religiose.

Concordemente riteniamo, infine, che il quadro in cui inserire la trattazione delle diversità religiose e di pensiero debba essere, insostituibilmente, quello del nomos costituzionale, ovvero l’imprescindibile trasmissione della cultura della cittadinanza e della democrazia partecipativa quale tessuto di valori e istituzioni rappresentativi di tutti e tutte, indipendentemente dai credo e dalle appartenenze di ciascuno.

Centro di Documentazione, Ricerca e Studi sulla Cultura Laica “Piero Calamandrei”- Onlus
Fondazione Benvenuti in Italia
Ass. Universolaltro
Unione Giovani Ebrei d’Italia
Federazione Giovanile Evangelica in Italia
Coordinamento Genitori Democratici Nazionale
Centro Iniziativa Democratica Insegnanti di Torino


UGEI

L’Unione Giovani Ebrei d’Italia coordina ed unisce le associazioni giovanili ebraiche ed i giovani ebrei che ad essa aderiscono.


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Organo ufficiale di stampa dell’UGEI è HaTikwa, giornale aperto al libero confronto delle idee nel rispetto di tutte le opinioni.


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