Rosh HaShanà 5782. La lettera del Presidente UGEI Simone Santoro

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Care amiche, cari amici,

Un anno fa mi trovavo seduto a questa stessa scrivania, condividendo con voi una mia riflessione sul bicchiere mezzo pieno, augurando a tutti noi un anno migliore di quello appena trascorso.

Nonostante il dramma che l’umanità stava – e in parte tutt’ora sta – attraversando, scelsi di porre l’accento sugli effetti secondari della pandemia, più dolci e rinfrancanti, legati al ritrovamento di se stessi e dei propri cari, al prodigarsi per il Tikkun Olam e alla fondazione delle proprie consapevolezze.

Com’è difficile, di anno in anno, rinnovare gli auguri senza scadere in vacue banalità, senza ripetersi! In effetti, gli auspici di serenità, pace, realizzazione ed amore prescindono dalle specificità di questo o quell’anno, valgono sempre e sono adatti a ciascuno. Vorrei riuscire a riempire di significato questi significanti, ma nero su bianco, senza la mimica e lo sguardo, è certamente più complicato.

Soffro di un’ossessione da ottimismo compulsivo, soprattutto quando percepisco i frutti del nostro lavoro, delle ragazze e dei ragazzi che ogni giorno si fanno in quattro per l’ebraismo italiano ed europeo, miei collaboratori senza i quali non combinerei assolutamente nulla. Questa sensazione è alimentata dalla crescita organica, ormai costante, dell’UGEI e dalla consapevolezza di ciò che siamo diventati, mese dopo mese, con tanto duro lavoro e altrettante dolci soddisfazioni.

Più di ogni altro fattore, però, a catalizzare il mio ottimismo è la storia di Am Israel, del popolo ebraico, e delle persone che lo compongono. Ebbene sì, nonostante la nostra “dura cervice”, le diverse percezioni del mondo e necessità, estrazioni e tradizioni, l’identità che ci contraddistingue è indissolubile, ricca, eterna. Siamo un popolo resiliente e tenace, e questa consapevolezza ci deve spingere a migliorare, anzi, a maturare continuamente, come individui e come gruppo umano.

Ho toccato con mano, anche quest’anno, quanto sappiamo essere uniti e compatti. D’altro canto, ho assistito a momenti difficili e dolorosi, episodi di tensione e disgregazione. Ecco che, tutt’a un tratto, realizzo dove mi porterà questa lettera aperta.

Voglio augurare a tutti noi, dal profondo del cuore, una Teshuvà sincera, intensa e consapevole, volta alla maturazione in senso ampio e profondo. Una Teshuvà che sia rivolta a D-o, al prossimo e a noi stessi.

Vi auguro tanta voglia di approfondimento e di confronto, di non giudicare dalle apparenze o per sentito dire, di lasciare un segno positivo nel mondo che ci ospita e di diventare esseri umani sempre più virtuosi.

 

Shanà tovà umetukà a voi e a tutti i vostri cari.

Con molto affetto e senso di appartenenza,

 

Simone


UGEI

L’Unione Giovani Ebrei d’Italia coordina ed unisce le associazioni giovanili ebraiche ed i giovani ebrei che ad essa aderiscono.


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