Ricordati di quando eri forestiero: no al razzismo contro profughi e migranti
Giornalmente sento commenti razzisti e intolleranti nei confronti dei migranti, alle volte, purtroppo, pure da persone della nostra comunità. Mi sono quindi chiesto, da ebreo, quali siano i ragionamenti da fare prima di arrivare ad attaccarli così aspramente.
Primo su tutti è il discorso sul razzismo; la domanda più banale che mi sono posto è: un ebreo può essere razzista? No, ovviamente!
L’errore che alcune volte si fa (ahimè) è quello di essere contro il razzismo solo quando ci riguarda direttamente, e non quando riguarda altre minoranze. L’insegnamento che dovremmo cogliere dalla storia è che non bisogna mai generalizzare, ma piuttosto valutare la singola persona per come si esprime e per come agisce. A questo proposito mi sento di affermare con tranquillità e sicuro di ciò che segue che buona parte dei migranti arriva nel nostro paese in buona fede, fuggendo da dittature terrificanti e integraliste, nelle quali queste persone sarebbero state, in alcuni casi, incarcerate o giustiziate. È purtroppo una possibilità il fatto che alcuni non aventi effettivo diritto di arrivare in Italia come profughi politici, approfittino delle agevolazioni (ma c’è anche chi lo fa per le agevolazioni destinate ai disabili, non per questo mi sento di dire che vadano abolite).
Un secondo punto da prendere in considerazione è il motivo della loro fuga, che dovrebbe farci riflettere sulle analogie con la nostra storia, per esempio agli ebrei che sono dovuti fuggire durante le persecuzioni della seconda guerra mondiale. Dobbiamo quindi tenere ben presente che i migranti fuggono da tirannie e morte probabile, dovute a una situazione politica a dir poco instabile e problematica. In ogni caso credo sia importante evitare qualunque forma di razzismo nei confronti di chi migra alla ricerca di un futuro migliore per se stesso e per le generazioni a venire.
Due versetti della parashà Kedoshim, che abbiamo letto sabato 14 aprile (6 Iyar 5776) danno un fondamento ebraico ai concetti espressi finora: “E quando un forestiero faccia dimora con voi nel vostro paese, non dovete fargli sopruso. Il forestiero dimorante con voi dev’essere per voi uguale ad un vostro indigeno, ed amerai per lui quel che ami per te; poiché (anche voi) siete stati forestieri nella terra d’Egitto. Sono io, il Signore, Dio vostro”.
In conclusione, credo sia importante affermare che di fronte agli accadimenti degli ultimi anni riguardanti questi flussi migratori provenienti dal mare, come ebrei non possiamo star fermi a guardare, e tantomeno scegliere il razzismo come risposta.
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.