17 Marzo 20213min

Ricordando l’attentato all’ambasciata israeliana in Argentina

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di David Di Segni

 

Era il 17 marzo 1992, ore 14:50 circa, quando un kamikaze di Hezbollah si fece esplodere all’interno di un furgone carico di dinamite davanti all’Ambasciata di Israele a Buenos Aires, Argentina. Edificio interamente distrutto, 29 innocenti vittime (argentini e israeliani in maggior numero, ma anche un italiano, paraguaiano, uruguayano ed un boliviano) e 242 feriti, molti i bambini. Il commento di Manuel Katz, laureato in psicologia clinica all’Università di Tel Aviv – Israele, ai microfoni di Radio Radicale l’indomani del tragico fatto: “L’atmosfera di questi giorni in Israele è tetra, la recente ondata di terrorismo che ha colpito il paese dentro e fuori i confini si è sommata, amplificandola, all’ennesima approfondirsi della crisi dei rapporti bilaterali con gli Stati Uniti. Gli attacchi contro i diplomatici israeliani a Buenos Aires, ieri, e ad Ankara la settimana scorsa, e l’attentato di Yaffo, dove un fondamentalista islamico ha ucciso una ragazzina ed un uomo ferendo una decina di bambini, hanno risvegliato i fantasmi del passato. Il nemico è ovunque, sia dentro che fuori: non ci si può fidare di nessuno. La sensazione è di nuovo quella di essere circondati da un mondo ostile”.

Le indagini israeliane svelarono che l’attentato fosse stato organizzato nella zona al confine tra Argentina-Brasile-Paraguay, mentre i servizi di intelligence USA misero in luce, attraverso le relative intercettazioni, la consapevolezza del Governo iraniano dietro l’organizzazione dell’attentato. Nel 2015 la Presidente della Repubblica Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, firmò il decreto esecutivo che ordinava il rilascio di tutti i documenti e file segreti relativi all’attacco terroristico contro l’ambasciata israeliana. La Corte sentenziò la colpevolezza dei militanti di Hezbollah e condannò la collaborazione del capo dell’ala militare del gruppo sciita Imad Mughniyeh, sul quale fu diramato un mandato d’arresto, che però non avvenne mai a causa della sua morte, il 12 febbraio del 2008, in un’esplosione verificatasi nel quartiere Kfar Suseh di Damasco, Siria. Oltre al Governo iraniano e Kfar Suseh, che si macchiò anche dell’attentato a Buenos Aires del 1994 ai danni dell’Associazione Mutualità Israelita Argentina (AMIA), non altri collaboratori furono individuati.

Ad oggi, un memoriale ha sostituito la sede dell’ormai distrutta ambasciata di Israele in Argentina.


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