Reato di negazionismo: al via l’iter legislativo in Italia

FiloBirkenau

“Le camere a gas non sono mai esistite, lo sterminio non ha avuto luogo. La Shoah sarebbe una “favola” che gli ebrei vanno raccontando da decenni“.

Questo è ciò che i cosiddetti negazionisti affermano.

I primi negazionisti sono stati proprio i nazisti, i quali hanno tentato di occultare i loro crimini nascondendo ogni prova. Come si legge nel libro di Donatella Di Cesare che verte proprio sul negazionismo, i nazisti, sulla base del loro motto “Nacht und Nebel”, ovvero “Notte e Nebbia”, si adoperarono per garantire la sparizione, rigorosamente senza tracce, delle vittime.

Nella fattispecie, il nazismo non solo ha smentito il crimine, ma è risultato così ambizioso da negare l’esistenza stessa delle vittime: distruggendo le prove di ciò che è stato, si sarebbe cancellata l’esistenza non solo nel presente ma anche nel ricordo del passato che sarebbe stato possibile nel futuro.

Rebus sic stantibus, la negazione della Shoà è sì una forma di propaganda antisemita che nega l’evidenza dei fatti storici per fini ideologici e politici, ma in particolar modo si identifica come mero proseguimento dell’annientamento stesso.

Attualmente i negazionisti appartengono a vari schieramenti, nazionali ed internazionali; dipingono la Shoà come una truffa e si basano sulla teoria di un presunto complotto: idea non nuova, in relazione all’ebraismo, se si tiene in considerazione l’esempio della diffusione dei Protocolli dei Savi di Sion, volta anch’essa ad una fallace dimostrazione circa la cospirazione ebraica funzionale al controllo sulle dinamiche mondiali.

Se è vero che l’analisi storica è ritenuta necessaria e insostituibile per approfondire tutti gli aspetti della Shoà nel contesto storico-culturale in cui si è realizzata, è ugualmente vero che il negazionismo non è ricerca scientifica! Conseguentemente, le condotte dei negazionisti non devono trovare alcune forma di legittimazione sulla base del diritto alla libera espressione del pensiero.

La manifestazione di opinioni negazioniste della Shoà integra un abuso del diritto di espressione previsto dall’art.10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo dal momento che, sostenendo la negazione o la revisione di fatti storici definitivamente stabiliti, rimette in causa i valori che fondano la lotta contro il razzismo e l’antisemitismo e comporta inevitabilmente un pericolo per l’ordine pubblico. Pertanto, il suo perseguimento da parte della legislazione nazionale costituisce un’ingerenza legittima ad una misura necessaria in una società democratica.

Crescente è il numero di coloro che negano Auschwitz, non solo nell’ex territorio nazista, in Germania, bensì nel Medio Oriente, nelle Americhe e in molti Paesi europei.

In paesi come l’Austria, la Francia, il Belgio e la Germania negare la Shoà è ritenuto un reato, mentre viene sanzionato in paesi come Israele, Portogallo, Spagna e Svizzera.

Finalmente anche l’ Italia, benché con notevole ritardo, vuole uniformarsi alle normative degli altri paesi europei nel contrastare ogni forma di negazionismo del genocidio degli ebrei e delle altre minoranze etniche e favorire una maggiore cooperazione giudiziaria, tanto che nel 69° anniversario della deportazione degli ebrei romani nei lager nazisti è stato presentato in Senato un Disegno di Legge contenente “Modifiche all’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale”.

L’iniziativa nasce dalla volontà di far sì che anche in Italia esista una norma di contrasto di quelle forme di negazionismo che costituiscono uno degli aspetti più odiosi delle pratiche razziste.

Alla presentazione del Disegno di Legge sono intervenuti il Presidente del Senato, Renato Schifani, la senatrice Silvana Amati (prima firmataria del ddl), Anna Finocchiaro (presidente del gruppo parlamentare PD), Lucio Malan (segretario alla Presidenza del Senato), la Professoressa Donatella Di Cesare, il presidente dell’UCEI Renzo Gattegna, il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici.

Infine, anche nel corso della riunione di Consiglio dell’UCEI del 28 ottobre, cosi come è stato fatto precedentemente dalla Comunità Ebraica di Roma, è stato approvato all’unanimità un documento di sostegno all’approvazione da parte del Parlamento Italiano di una legge di contrasto all’apologia, negazione o minimizzazione della Shoà, dei crimini di genocidio, dei crimini di guerra o dei crimini contro l’umanità, anche quando gli stessi vengono compiuti attraverso la diffusione di materiale per via telematica, così come previsto dal Protocollo addizionale di Budapest del 2003 per una legge che renda reati sanzionabili il negazionismo ed il cyber-crime.

Si auspica che sia approvato al più presto il Disegno di Legge presentato al Senato per introdurre il reato di negazionismo in quanto la memoria condivisa e la conoscenza e il rispetto della Storia sono un pilastro per costruire la società di oggi. L’augurio, pertanto, è quello che l’Italia, come altri Paesi europei, si opponga fermamente e legalmente contro questa ideologia che mina i fondamenti e i principi della democrazia europea risorta dalle ceneri di Auschwitz.

 Sarah Shirley Di Veroli


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