Quando laicità e libertà di culto entrano in conflitto: il Caso Le Pen

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di Ginevra Di Porto e Daphne Zelnick

Secondo quanto sancisce il primo articolo della Costituzione francese, redatta nel 1958, “la Francia è una repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale”.

Negli anni, il Consiglio di Stato, il più alto grado della gerarchia della giurisdizione amministrativa, aveva sviluppato una giurisprudenza pacificatrice che applicava la legge, avendo cura di rispettare le tradizioni e di accettare la diversità dei comportamenti, facendo sì che questa laicità si dichiarasse aperta e tollerante, rispettosa di tutte le credenze.

Ad oggi però, tutto questo si è convertito in una tendenza a voler liberare di ogni espressione religiosa lo spazio pubblico.

Nel 2017, Marine Le Pen, ex Presidente del partito sovranista di estrema destra francese Rassemblement National, si era candidata per la seconda volta alle elezioni presidenziali, sfidando Emmanuel Macron, dal quale è stata battuta, e già in quell’occasione si era fatta portatrice dei valori della laicità. In merito a ciò, in quell’anno aveva proposto una campagna per abolire la pratica della macellazione rituale senza previo stordimento, facendo specifico riferimento a quella richiesta per la carne halal.

Già nel 2012, in risposta a Nicolas Sarkozy, Le Pen aveva definito questo genere di macellazione “una violazione della legge francese ed europea” a causa della sofferenza a cui sarebbero sottoposti gli animali. In quell’occasione, Marine Le Pen aveva affermato che la distribuzione di carne nella regione dell’Ile-de-France, ossia quella in cui si trova Parigi, è esclusivamente halal, sostenendo che tre dei quattro mattatoi della regione uccidono gli animali secondo questo rito, mentre il quarto è dedicato al maiale (che, pertanto, non può essere halal). Secondo i loro studi, tra il 40 e il 45% della carne consumata nell’Ile de France proviene da questi mattatoi:  il 100% di quella macellata nella regione è halal e il 100% di quella distribuita è sospetta, dunque potrebbe esserlo o meno.

A tale polemica Sarkozy aveva ribattuto sostenendo che una discussione del genere non stava in piedi, in quanto annualmente l’Ile de France consumava 200.000 tonnellate di carne, il cui 2.5% era halal o kosher.

A pochi giorni dalle elezioni, Jordan Bardella, Presidente ad interim del Rassemblement National, ha ribadito le intenzioni di Marine Le Pen su questo tema.
Ciò implicherebbe innegabili restrizioni sulla libertà di culto per ebrei e musulmani e, di conseguenza, sono state inevitabili le critiche alle dichiarazioni del Presidente, tra cui quella del CRIF (Concistoro Centrale di Francia), il quale ha dichiarato: “Queste odiose osservazioni segnano un nuovo livello nella politica discriminatoria di questo partito (RN) già abituale, tanto più che nessun Paese europeo vieta l’importazione di prodotti provenienti dalla macellazione rituale, contrariamente a quanto dice Bardella. La scomparsa dei prodotti kosher e halal in Francia non può in alcun modo rispondere al rispetto della ‘dignità animale’, che il signor Bardella afferma falsamente”.

Il CRIF ha definito la proposta di Le Pen come “incongrua e pericolosa” e contraria alla libertà di culto, garantita dalla Costituzione, in quanto costringerebbe di fatto molti concittadini, ebrei e musulmani, ostacolati nella libertà delle loro pratiche religiose, a lasciare la loro patria.

L’opinione pubblica sembra essere per lo stordimento degli animali: secondo un’indagine realizzata da IFOP (Istituto Francese per l’Opinione Pubblica) per la Fondazione Brigitte Bardot e pubblicata il 23 febbraio, il 90% dei francesi intervistati vuole che lo stordimento degli animali sia obbligatorio e inoltre, la Federazione dei Veterinari d’Europa ha descritto la macellazione rituale come “inaccettabile”.

Già nel settembre del 2020, l’avvocato generale Gerard Hogan si era espresso in merito affermando che gli Stati membri dell’UE “sono obbligati a rispettare le convinzioni religiose profondamente radicate degli aderenti alla fede musulmana ed ebraica, consentendo la macellazione rituale degli animali”. Tre mesi dopo, a dicembre, la Corte Costituzionale Europea ha sentenziato che uno Stato potrebbe imporre lo stordimento senza negare la libertà di culto.

In termini legali, niente impedirebbe alla Francia di porre fine alla pratica della macellazione rituale, ma le autorità ebraiche e musulmane si andrebbero inevitabilmente ad opporre a tale decisione, anche alla luce del fatto che la libertà di culto è un valore costituzionale per il popolo francese, valore che finirebbe per passare in secondo piano qualora Marine Le Pen venisse eletta Presidente.

 


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