Pika-Jew – Con i pokemon alla scoperta dell’Italia ebraica

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Pikajew_a05c76_2904189Non  si parla d’altro: è il caso mediatico di questa estate per tutti i ragazzi tra i 20 e i 25 anni. Si tratta del nuovo revival pokemon per smartphone e tablet, che unisce le nuove tecnologie di geolocalizzazione, di fotocamera ai 150 pokemon originali, quelli della prima serie. Gioco innovativo che stravolge totalmente il concetto di staticità del videogame: quella staticità che ti vorrebbe chiuso in casa, su un seggiolino del bus o del treno a passare il tempo davanti al monitor. La grande innovazione sta proprio nel voler far sì che il giocatore sia costretto a emulare la leggendaria avventura dell’allenatore di pokemon, costringendolo a uscire di casa, muovendosi per tutto il mondo alla ricerca di nuovi pokemon e palestre da battere. Infatti sfruttando le nuove tecnologie di gps il nostro avatar si muoverà su una mappa che riproduce la nostra posizione nei luoghi a noi prossimi proprio seguendo i nostri passi reali.

pokemongo-1024x582Fin qui tutto bello, ma perché parlarne su questo giornale? Ebbene, un’altra parte fondamentale del gioco consiste nel raggiungere delle stazioni prestabilite sparse a centinaia nelle nostre città nelle quali, una volta avvicinatici, potremmo ritirare nuove pozioni o sfere pokeball e qui sta il fatto davvero bello! Questi punti di vista sono i principali monumenti, luoghi di interesse pubblico (ospedali, stazioni, aeroporti, musei), ma anche luoghi di interesse storico come monumenti, targhe commemorative di nascita di persone famose, e perfino pietre d’inciampo di nostri correligionari, lapidi per i partigiani, le sinagoghe e altri luoghi importanti delle nostre comunità, come ghetti, orfanotrofi, scuole e cimiteri.

Insomma un gioco che non solo spinge i ragazzi a uscire di casa, ma anche a far conoscere loro i  propri quartieri, le loro città e le città che si troveranno a visitare. E lo ammetto, sì, quando l’altro giorno passando davanti alla sinagoga ho visto un ragazzo con il cellulare in mano che non stava lì davanti a fotografare il tempio ma a cercare di catturare il pikachu di turno, ci sono rimasto un po’ di sasso, ma ero felice che questo videogioco l’avesse portato in un posto della mia città che forse non aveva finora mai notato: un’altra occasione per farci conoscere.

La sinagoga di Torino
La sinagoga di Torino
Filippo Tedeschi, torinese, è vicepresidente Ugei
Filippo Tedeschi, torinese, è vicepresidente Ugei


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