Pesach e l’importanza di non posticipare una Mitzvà
di Jonathan Di Veroli
In Israele la prima sera di Pesach e nella Diaspora le prime due sere si celebra il Seder di Pesach, un’insieme di gesti simbolici e canti che fanno ripercorrere ai commensali l’evento straordinario dell’uscita degli ebrei dall’Egitto.
Il Seder di Pesach è rivolto principalmente ai bambini poiché proprio i bambini sono stati oggetto di persecuzione in Egitto.
Difatti la celebrazione del Seder è interattiva,coinvolgendoli è come se loro stessi rivivessero l’uscita.
Nella parte della narrazione viene citato un passo molto importante che dice:”Successe a Rabbi Eliezer,Rabbi Yeoshua,Rabbi El’azar Ben Azarià,Rabbi Akivà e Rabbì Tarfon: loro si erano riuniti a Benè Berak e si prolungarono a parlare dell’uscita dall’Egitto tutta la notte fin quando arrivarono i loro discepoli e dissero: Maestri! È arrivata l’ora di recitare lo Shemà del mattino.”
Sorge spontaneo chiedersi per quale motivo questi Chachamim stavano parlando di Torah ed i loro discepoli non erano lì presenti. Ci sono prevalentemente due linee di pensiero, la prima sostiene che gli studenti erano nelle loro case a fare la Mizvà del Seder con le loro famiglie, mentre l’altra interpretazione sostiene che gli studenti stavano facendo da protettori e sorvegliavano i rabbini dagli eventuali attacchi da parte dei Romani.
Riguardo il brano sopracitato si può imparare una regola generale molto importante applicabile a tutte le Mizvot: appena è giunto l’orario della lettura dello Shemà gli studenti andarono a chiamare i Maestri e questo ci fa capire che quando dobbiamo fare una Mizvà non dobbiamo posticiparla appoggiandosi al fatto che abbiamo ancora parecchio tempo per farla, bensì la Mizvà va fatta appena è possibile farla.
È bene durante il seder di Pesach dilungarsi nella narrazione come hanno fatto i Maestri citati precedentemente poiché è scritto “וכל המרבה לספר ביציאת מצרים הרי זה משבח” ossia: chiunque si dilunghi nel parlare dell’uscita dall’Egitto è degno di lode.
Pesach Kasher Vesameach!
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