6 Giugno 20145min

Per non sembrare l’altro

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Per non sembrare l’altro, la maggior parte delle persone preferisce diventare qualcosa che non è.

Per non sembrare razzisti, ci sono paesi in Europa che vietano di coltivare ogni tipo di cultura legata alla religione: come l’Inghilterra, che già da qualche anno ha vietato di studiare l’Olocausto nelle scuole, perché secondo loro può sembrare discriminazione verso altre minoranze presenti nel paese. Per non sembrare razzisti.

Per non sembrare ingrati verso le loro tradizioni, ci sono istituzioni che preferiscono escludere chi non le rispetta; come una scuola nel Sud di Israele, che è stata recentemente portata al tribunale per non aver accettato delle nuovi alunne semplicemente per il fatto che erano di origine ashkenazita, e che secondo la direttrice “non sarebbero state ben accette tra gli attuali studenti”. Per non sembrare ingrati.

Per non sembrare laici, ci sono gruppi di ultra-ortodossi che preferiscono usare metodi a loro nuovi per dimostrare il loro distacco; come le migliaia di uomini e donne ultra-ortodossi che un paio di mesi fa hanno organizzato la loro prima grande manifestazione di massa a Gerusalemme, per manifestare contro la legge che prova ad integrarli nell’esercito Israeliano. La manifestazione è stata fatta pregando, ed in maniera civile. Ma non era mai successo che la stessa popolazione avesse portato in piazza uomini e donne – esattamente come è di uso nella società laica moderna. Per non sembrare laici.

Per non sembrare riformati, ci sono gruppi religiosi sionisti che preferiscono escludere dalle loro comunità chi prova a capire l’Halacha in maniera diversa; come il Rabbino che durante l’intensa nevicata di Gennaio a Gerusalemme è rimasto bloccato in casa di Shabbat con moglie e bambini, circondato dalla neve e senza riscaldamento, e che ha passato ore a studiare le fonti per decidere che il suo caso era un caso di emergenza ed era possibile accendere il riscaldamento. Quando alla fine dello Shabbat ha raccontato la sua storia in un approfondito post su Facebook, con relative citazioni da poskim diversi, il suo profilo è stato bombardato da accuse di demagogia e ignoranza. Per non sembrare riformati.

Per non sembrare antiquati, ci sono persone laiche che preferiscono disprezzare ogni tipo di radice ebraica; come i gruppi di genitori che recentemente, a Tel Aviv, si sono riuniti per creare asili nido dove non vengono discussi temi relativi a Rosh haShana per non illudere i figli che ci sia un’entità soprannaturale che li ascolta, ne’ relativi a Hanukkà per non convincere i figli che esistano i miracoli, ne’ relativi a Pesach o a Shavuot per non insegnare ai figli che essere ebreo significa essere diverso. Per non sembrare antiquati.

Per non sembrare filo-palestinesi, ci sono gruppi che preferiscono diventare aggressivi verso il diverso; come i gruppi di “Tag Mechir” (Etichetta del prezzo), giovani ragazzi “sionisti” che nell’ultimo decennio hanno vandalizzato luoghi sacri di musulmani e cristiani, o proprietà di politici e attivisti di sinistra. Negli ultimi due anni gli stessi gruppi sono diventati violenti, ed alcuni sono arrivati alla detenzione. Per non sembrare filo-palestinesi.

Per non sembrare vicini ad un polo, c’è chi preferisce farsi vedere quanto più vicino al polo opposto. Come se il mondo fosse fatto solo di dicotomie – bianco/nero, destra/sinistra, buono/cattivo. Per fortuna viviamo in un mondo più profondo, dove è molto più interessante sviluppare un’identità complessa in dialogo con altre identità diverse.

Per non sembrare l’altro, c’è chi preferisce diventare qualcosa che non è. Forse non si accorgono che alla fine, rimangono comunque qualcosa che non sono.

 

Avy Leghziel (@avyleg)


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