Parashat Terumà: quando il cuore è più importante di un santuario
HaTikwa, di Redazione
Nella Parasha di Terumà leggiamo l’iniziazione della costruzione del primo Santuario. Gli ebrei sono ancora nel deserto, reduci della fuga dall’Egito, e la Parashà si sofferma su diversi aspetti tecnici che riguardano il processo della costruzione del Santuario. D’un tratto leggiamo un passo, poi citato infinite volte dai Maestri, che racchiude in sé l’essenza dell’ebraismo e ci spiega a fondo cosa sia realmente la fede. Il passo in questione riporta una richiesta che Dio fa a Mosé: “Costruitemi un Santuario affinché io possa vivere dentro di loro”.
Cosa abbiamo appena letto? Secondo la logica Dio doveva chiedere a Mosé di costruire un Santuario affinché Lui possa vivere dentro di esso, dentro al santuario. Chi sono “loro”? A chi si riferiva Dio? Dentro chi o cosa vuole soggiornare?
Spiegano i Maestri che Dio non vuole vivere all’interno del Santuario, al contrario. Dio vuole vivere nel cuore del popolo ebraico. “Affinché io possa vivere dentro di loro”. Appunto, nel cuore e nello spirito di ognuno di noi. Ci poniamo dunque la domanda: dopo la costruzione del Santuario, dove soggiornerà il Signore?
Spiega Rav Yakov Haim Sofer che esistono due Santuari: quello fisico, materiale, e quello spirituale, che giace dentro ognuno di noi. La costruzione del primo alimenta e fortifica la costruzione del secondo, cosicché quando il primo non ci sarà più, il secondo continuerà ad esistere. Il Santuario nel tempo è stato distrutto e fino all’arrivo del Messia non verrà ricostruito. Ma esiste tuttavia un ulteriore Santuario dentro il quale Dio dimora fino ad oggi: il Santuario spirituale dentro ai nostri cuori. “Costruitemi un Santuario affinché io possa vivere dentro di loro”, ovvero dentro di noi, grazie alla nostra fede.
Questo passo ci insegna un ulteriore importantissimo precetto, così attuale e così rilevante nell’epoca che stiamo vivendo. Talvolta diamo troppa importanza agli oggetti materiali, crediamo che essi possano preservare il ricordo che abbiamo di luoghi o eventi significativi che abbiamo vissuto. La Parasha di questa settimana ci insegna che non esiste ricordo più importante di quello che conserviamo nei nostri cuori, che non esiste luogo più sicuro di esso in cui coltivare sensazioni ed emozioni.
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.