5 Febbraio 20212min

Parashat Itrò: ciò che divide l’ascolto dall’azione

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di Redazione

 

La Parashà di questa settimana è dedicata ad un personaggio davvero affascinante: Itrò. Non solo il suocero di Mosé, come molti già sanno, ma anche uno dei più grandi idolatri della sua epoca, diventato nella seconda fase della sua vita un uomo pio e un fedele servitore di Hashem.

La Parashà, che prende proprio il suo nome, racconta di Itrò che sente le virtù del popolo ebraico e decide di unirsi ad esso. Rashi si domanda cos’abbia sentito Itrò di talmente importante da avergli fatto cambiare fede. La risposta è semplice: l’apertura del Mar Rosso e la battaglia contro il nemico Amalek.

La giornalista Sivan Rahav Meir scrive a proposito di questo passo una riflessione che tratta il confine sottile che divide l’ascolto dall’azione. Sivan spiega che in molti avevano sentito con ammirazione le virtù del popolo ebraico una volta usciti dall’Egitto, ma solo Itrò trasformò l’atto dell’ascolto da passivo in attivo.

Questo è ciò che impariamo da questo personaggio leggendario. Non limitiamoci ad osservare le cose da lontano, con distacco. Alziamoci e prendiamo parte a ciò in cui crediamo. Come quando Dio propose la Torah al popolo ebraico e il popolo ebraico gli rispose: Naasé Ve Nishmà, ovvero “prima faremo e poi ascolteremo”. Come a specificare che l’ascolto non basta: è l’azione, la messa in pratica, ciò che conta veramente.

 


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