Parashat Emor: l’importanza del conteggio dell’Omer
di Ruben Caivano
In questo shabbat leggeremo la parashà di Emor. Oltre alle norme per i sacerdoti, i precetti delle festività di Rosh HaShanà e Sukkot, e le conseguenze per i bestemmiatori, nella parashà sono ordinate due mitzvot legate al periodo che va da Pesach a Shavuot: il conteggio dell’Omer e la sua tenufà, l’agitazione.
Ad oggi possiamo solo celebrare il conteggio poiché l’agitazione era una mitzvà legata al Bet-HaMikdash. E’ scritto al nel verso (23,10) il comandamento della tenufà: “Quando giungerete nella terra che Io vi sto per dare, mieterete il suo raccolto e porterete al sacerdote un Omer del primo del vostro raccolto”.
Ma l’Omer che cos’è esattamente? E poi, perché Am Israel dovrebbe eseguire questo ordine dal momento in cui entrerà in terra d’Israele e non prima? Rashì spiega che l’Omer era un’unità di misura la quale corrispondeva ad un nono di Ephà, misura la quale indicava la quantità di manna che ciascuno riceveva quando cadeva dal cielo e, secondo l’ordine cronologico della Torah, la manna cessò di scendere poco prima dell’entrata del popolo d’Israele nella terra di Canaan, dove poi avrebbe cominciato a “nutrirsi” indipendentemente.
Nel midrash Darkumà Yashan è riportato un dialogo tra H. e Moshe, dove il Signore ordina di ricordare l’omer di manna mandato durante la permanenza nel deserto offrendo annualmente la stessa quantità del loro raccolto.
Riguardo la mitzvà legata all’omer che ancora oggi possiamo rispettare, il conteggio, è scritto nel verso 15,23: “Dall’indomani del riposo di Pesach, dal giorno che porterete l’omer come tenufà, conterete per voi stessi sette settimane in modo che siano complete”.
Perché in questo periodo bisogna contare e non in altri? Pesach è anche chiamata Chag Ha-Aviv, festa della primavera, quindi la festa dei germogli e della prima maturazione, ma anche del preludio della mietitura la quale termina col sopraggiungere di Shavuot. Allo stesso tempo l’omer può indicare la liberazione dalla schiavitù e l’avvicinarsi alla Torah e a Shavuot.
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