Olimpiadi fin qui, medaglie e coraggio della delegazione israeliana

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di Ruben Di Veroli

Con 86 atleti, tra cui i calciatori che hanno ottenuto il pass olimpico per la prima volta in quasi mezzo secolo al Campionato Europeo Under 21 Uefa, Israele si è presentata ai Giochi Olimpici di Parigi. Calcio, Judo, Tiro con l’arco e con la carabina, poi Badminton, Scherma e tante altre le discipline in cui condivide il terreno con tutte le altre presenti squadre. La delegazione israeliana è la più numerosa da quando lo Stato ebraico ha iniziato a partecipare alle Olimpiadi, a partire da quelle di Helsinki del 1952. Un gruppo eterogeneo, fatto anzitutto di storie personali. Spicca la storia di Oren Smadga, l’allenatore della squadra maschile di Judo, che nonostante il dolore per la perdita del figlio Omer – Sergente di 25 anni morto in combattimento contro i terroristi di Hamas a Gaza – ha deciso di partecipare comunque alla competizione. Oren, che aveva vinto una medaglia di bronzo per Israele alle Olimpiadi di Barcellona 1992, ha detto: “Anche con tutte le difficoltà e il dolore, voglio mostrare al mondo la mia missione e il mio impegno, soprattutto ora. Gareggeremo con orgoglio, determinati a raggiungere i nostri obiettivi con lo spirito di fratellanza che ci unisce.” Determinazione condivisa da Yael Arad, presidente del Comitato Olimpico di Israele, che ribadisce: “Ci sentiamo come emissari dello Stato d’Israele: ogni atleta è qui per realizzare i propri sogni, ma anche per una missione nazionale. La nostra prima vittoria è essere qui: non ci siamo arresi e, dal 7 ottobre, abbiamo partecipato a centinaia di competizioni e allenamenti, dimostrando che la nostra forza d’animo è ineguagliabile.” Questi Giochi rappresentano un messaggio potente di unità e speranza per tutti gli israeliani, e siamo orgogliosi di mostrare al mondo la resilienza del nostro Paese.” Le gare hanno visto gli atleti israeliani emergere come veri e propri simboli di forza e resilienza. In un contesto di tensioni e difficoltà, questi hanno portato a casa medaglie preziose, dimostrando al mondo intero il loro spirito irrefrenabile. Raz Hershko ha conquistato la medaglia d’argento nel Judo maschile, mentre Inbar Lanir in quello femminile. E così, nello stesso sport, il bronzo Peter Paltchik, che ha poi speso parole toccanti:”Il periodo che stiamo attraversando nel Paese, la guerra, le ferite, le persone che non vedremo più, volevo solo rendere tutti felici”. Grandi risultati, che portano gioia ma al contempo mascherano un clima teso e pericoloso per la stessa delegazione israeliana. Questo a causa dei rischi a cui sono soggetti gli atleti israeliani a causa delle minacce che giungono dall’esterno e che hanno spinto non solo i servizi di sicurezza francesi, ma anche allo Shin Bet (agenzia di sicurezza interna di Israele), a incrementare i livello di allerta. All’inizio dell’evento, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha allarmato circa il rischio dovuto alle minacce dell’Iran, recapitando le proprie preoccupazioni all’omologo francese Stéphane Séjourné. Nonostante le numerose sfide, la delegazione israeliana si presenta ai Giochi Olimpici di Parigi con uno spirito indomito e una voglia di competere che va oltre il semplice desiderio di vittoria. La presenza di atleti di diverse origini e background culturali dimostra la capacità di superare le divisioni interne per un obiettivo comune. La partecipazione record di Israele ai Giochi di Parigi non è solo una questione di numeri, ma anche una testimonianza del coraggio e della determinazione di un popolo che, nonostante le avversità, continua a guardare al futuro con speranza e ambizione. La loro presenza è un inno alla resilienza e alla forza dello sport come ponte tra culture e come simbolo di pace e unità. Le medaglie conquistate vanno oltre il semplice valore sportivo. In un periodo segnato da conflitti e difficoltà, le loro vittorie offrono un momento di gioia e orgoglio nazionale. Gli atleti israeliani, attraverso le loro prestazioni, hanno mostrato come lo sport possa essere un potente veicolo di pace e solidarietà.


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