Niente di nuovo sotto il sole di Pechino
di Ginevra Di Porto
Le prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali si svolgeranno tra febbraio e marzo 2022 a Pechino. La capitale cinese ospiterà per la seconda volta i Giochi, dopo quelli estivi del 2008: in quell’occasione la Cina venne fortemente criticata per il suo comportamento dal punto di vista umanitario. Infatti, mentre il Partito Comunista Cinese (PCC) voleva evitare a tutti i costi proteste prima delle Olimpiadi, gli oppositori del Partito, in particolare le regioni del Tibet e dello Xinjiang, tentarono di sfruttare l’occasione per attirare l’attenzione sulle proprie battaglie.
Il 19 luglio 2008, nel villaggio Mang’a, nella contea di Menglian, un gruppo di contadini di etnia Dai protestò contro un’azienda che si occupava della lavorazione di gomma, che li sfruttava. La polizia si schierò contro i contadini, nonostante il PCC si proclami il “partito dei lavoratori”: due operai furono uccisi e dieci gravemente feriti.
I funzionari del Partito posero sotto sequestro la zona, nascondendo prove della repressione attuata. Tale evento destò molto scalpore, in quanto si svolse a due settimane dalle Olimpiadi di quell’anno e confermò l’attitudine del PCC a nascondere le brutalità di cui si macchia sotto una cortina di fake news (pratica ancora oggi messa in atto) e, assieme al sostegno da parte della Cina al Sudan nel genocidio nella regione del Darfur, ha reso nota la tendenza della Cina al mancato rispetto dei diritti umani.
In quattordici anni la situazione non sembra essere cambiata: negli ultimi anni, sono trapelate notizie su gravi violazioni dei diritti umani riguardanti, ad esempio, la sterilizzazione degli uiguri e l’internamento dei tibetani in “campi rieducativi”.
Tali questioni hanno fatto scoppiare alcuni sit-in in piazza che hanno messo sotto accusa il governo cinese, che si è difeso parlando di disinformazione e menzogne.
Uno dei primi personaggi politici ad esprimersi in merito alle Olimpiadi invernali previste per il 2022 è stato Ned Price, Portavoce del Dipartimento di Stato degli USA, che il 7 aprile 2021 ha dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero discusso a proposito di un eventuale boicottaggio.
Poco più di un mese più tardi, il 19 maggio, Nancy Pelosi, Speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, ha chiesto espressamente che gli USA e gli altri paesi che hanno condannato, e tutt’ora condannano, la persecuzione verso la minoranza islamica degli uiguri, boicottino le Olimpiadi invernali di Pechino in quanto, secondo la politica statunitense, la partecipazione alle cerimonie olimpiche porterebbe ad una perdita di autorità morale.
Il Portavoce del Ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha definito la richiesta di Pelosi “piena di bugie”, sostenendo inoltre che i politici statunitensi dovrebbero smettere di sfruttare il movimento olimpico per giochi politici spregevoli.
Al contrario, il Comitato Olimpico e Paralimpico statunitense ha ribadito che un eventuale boicottaggio andrebbe a colpire gli atleti, senza risolvere alcun problema. Dunque, gli USA non hanno ancora una posizione netta a riguardo
L’8 luglio 2021 il Parlamento Europeo ha adottato alcune risoluzioni riguardanti i diritti umani, e tra le proposte vi era anche l’eventuale boicottaggio delle Olimpiadi invernali di Pechino qualora la situazione in termini umanitari non fosse migliorata.
I parlamentari hanno richiesto alle istituzioni europee e agli Stati Membri di “rifiutare gli inviti a presenziare le Olimpiadi invernali di Pechino 2022, a meno che il governo non dimostri un miglioramento significativo della situazione dei diritti umani a Hong Kong, nella regione uigura dello Xinjiang, in Tibet, nella Mongolia Interna e nel resto del paese”.
Il portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin ha dichiarato che “la Cina si oppone fermamente alla politicizzazione dello sport e all’interferenza negli affari interni di altri Paesi usando i diritti umani come pretesto”, avvertendo che qualsiasi boicottaggio avrebbe ricevuto una risposta forte, inclusa la sospensione di accordi e negoziati bilaterali, oppure il blocco delle sponsorizzazioni di eventi da parte di compagnie cinesi.
Se guardiamo indietro alla Storia, le Olimpiadi hanno sempre “chiuso un occhio” di fronte alle atrocità, come nel caso delle Olimpiadi di Berlino del 1936 che hanno avuto luogo nonostante le leggi di Norimberga, varate nel 1935, e l’apertura nel 1933 del campo di concentramento di Dachau, perciò sembra alquanto improbabile la cancellazione dei Giochi.
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