Maccabiadi: Torino- Yerushalaim

Maccabiadi2

Maccabiadi2

Torino

07/02/2014. Ore 9.

Seduto davanti a me c’è un giovane ragazzo romano.

E’ qui per la riunione dell’esecutivo dell’ “European Maccabi Confederation” ed  è un atleta del Maccabi Roma. Il suo obiettivo è coinvolgere più persone all’interno del Maccabi Italia prendendo spunto dalle attività che vengono svolte negli altri paesi dalle organizzazioni Maccabi. Mi parla di un evento denominato  “dog walking” tenutosi in Olanda e gestito dal Maccabi Holland: si tratta di un’occasione di ritrovo tra persone che possiedono un cane e intanto interagiscono tra loro e si conoscono. Trovo la cosa molto divertente…se solo avessi un cane.

Mi parla di lezioni di zumba, una sorta di fitness che associa l’aerobica a movimenti della musica afro caraibica; serate di calcio balilla e di “sport” alla wii – l’ideale per me che vorrei fare sport senza fare sport- il tutto gestito dalle organizzazioni Maccabi delle varie nazioni. Non solo sport ad alti livelli, quindi, ma anche occasione per stare insieme, conoscersi e divertirsi.

Va continuando con le trascorse Maccabiadi alle quali ha partecipato quest’estate. La delegazione italiana contava 55 persone tra atleti e dirigenti. Sport rappresentati: pallanuoto, tennis, atletica, scacchi, badminton, calcio a 5 e judo. Gli ultimi due hanno portato a casa la medaglia di bronzo. All’interno dello staff, i  genitori come dirigenti e il fratello come compagno di squadra, cosa che ha reso l’esperienza ancora più carica di emozioni.

E di colpo, nonostante la pioggia incessante all’esterno mi ritrovo anche io a ricordare il caldo afoso di quel giorno a Gerusalemme.

Gerusalemme

17/07/2013

Teddy Stadium. Ore 20.

Sono appena entrata nello stadio. Ho caldo. Sono qui per la cerimonia d’apertura delle Maccabiadi e so già che sarà un grande evento. Si prevedono circa 32.000 persone. Effettivamente di gente ne sta entrando molta: è visibile, quasi palpabile, l’eccitazione nei loro occhi.

Inizio a  sventolarmi con il libretto che ci è stato dato all’ingresso e, notando che non produce alcun effetto rinfrescante, mi ritrovo a sfogliarlo.

“Il primo club sportivo ebraico aprì ad Istanbul , in Turchia, e fu fondato da ebrei immigrati dall’Europa, vittime di pregiudizi e antisemitismo, cacciati per tale motivo dai circoli sportivi. L’idea si diffuse e oggi Maccabi è sinonimo di organizzazione sportiva ebraica in oltre 50 paesi.

La prima Maccabiade ebbe luogo nel 1932 a Tel Aviv: vi parteciparono oltre 400 atleti provenienti da vari paesi compresi quelli arabi (come Egitto e Siria). Le Maccabiadi sono, tra quelli che prevedono numerose discipline, il settimo più grande evento sportivo dopo i Giochi olimpici, i Giochi Panamericani, i Giochi asiatici, i Giochi del Commonwealth, Universiadi e i Giochi panafricani. Esse si svolgono ogni 2 anni in Europa e ogni 4 in Israele.”

Mi siedo al posto assegnatomi in tribuna fissando con molta curiosità  l’enorme palco davanti ai miei occhi. Le luci si spengono. Lo spettacolo inizia.

La sfilata delle delegazioni, tradizione di qualsiasi cerimonia sportiva, vede come protagonisti atleti e dirigenti di ogni organizzazione. Nello stupore per la delegazione USA che conta più di mille atleti e quei paesi che invece contano solo un rappresentante (come nel caso della nuotatrice croata che, fiera, porta la sua bandiera), finalmente arriva il turno dell’Italia . Subito salto in piedi, urlando e cercando di manifestare tutto il mio supporto. La parata si chiude con la delegazione israeliana, aperta a tutte le componenti della società. E poi l’accensione della torcia, musica e balli.

Mi accorgo di non avere più caldo. Sono pur sempre a Yerushalaim.

Torino

7/02/2014. Ore 9.15

Il cameriere, che si accinge a servirci un buon cappuccino kosher, mi riporta alla realtà e il ragazzo sta ancora parlando.

Nel suo discorso sento le parole fratellanza, spirito di aggregazione e confronto. Sport ed ebraismo uniti per insegnare uno stile di vita basato sulla solidarietà, la sana competizione e il rispetto per l’altro. Lo sport come mezzo per insegnare determinati valori e celebrare un messaggio: Am Israel Hai, il popolo d’Israele Vive.

Mi lascia con una certezza: Berlino 2015.

L’eccitazione compare nuovamente nei suoi occhi. I giochi europei si terranno tra un anno in Germania e l’obiettivo è chiaro: fare in modo di fare vivere questa magnifica esperienza a più giovani ebrei possibili.

Il motto: “Start training. Experience Maccabi. Experience Berlin”.

Un ringraziamento speciale ad Angelo Della Rocca.

 Miriam Sofia


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