Maccabi Calcio: una passione che non ha confini
C’è il cuore che batte
sempre più veloce
Ad ogni rincorsa
esplode una voce
Chi grida vittoria
non sa darsi pace
Disegna la storia
Solo chi è capace
Io corro più forte
Raggiungo le stelle
Le rubo alla luna
Diventano pelle
Per farti un vestito
Azzurro che splende
Negli occhi e nel cuore
L’Italia si accende.
La più grande passione degli italiani viene celebrata attraverso questo riadattamento dei Negramaro di una canzone di Claudio Villa. Essa vuole incitare ed esortare la nazionale italiana che parteciperà ai mondiali di calcio che si terranno in Brasile il prossimo Giugno. Personalmente, mi sono spesso chiesta cosa spingesse così tanta gente ad appassionarsi a questo sport che ha origini antichissime: era infatti praticato in Giappone già nel XI secolo e in Cina dove il pallone era curiosamente ripieno di piume e capelli femminili-e poi dicono che donne e calcio non vanno d’accordo-. In Inghilterra fu riabilitato nel 1617…anche se gli inglesi facevano ancora confusione tra calcio e rugby. Solo nel 1863 ebbe finalmente riscontro istituzionale e mutarono, finalmente, anche i materiali utilizzati per costruire il pallone: si misero infatti da parte capelli, piume e vesciche d’animali che furono sostituiti da caucciù e cuoio.
Il calcio con la C maiuscola divenne quindi un fenomeno sociale che si diffuse in tutto il mondo molto rapidamente. Tifare una precisa squadra diventò pian piano una questione di appartenenza e di unione tra gli individui secondo il principio “sei ciò che tifi”. I tifosi iniziarono a vedersi, definirsi e percepirsi come membri della propria categoria, adattando norme e comportamenti di gruppo. Oltre ad una forte componente di appartenenza, emersero anche sentimenti di ostilità e diffidenza nei confronti di tutti colori che facevano parte di gruppi esterni dando vita, talvolta, a episodi di violenza.
E in Israele?
La domanda mi è sorta spontanea in occasione della partita amichevole tra il Maccabi Italia e il Maccabi Haifa, entrambe under 18, tenutasi a Villa York il 13 aprile. Italia e Israele si sono incontrati per l’ennesima volta nella condivisione della passione per lo sport e per il calcio. L’ente che governa il calcio in Israele e controlla il campionato nazionale, la coppa nazionale e la Nazionale del paese è la Federazione Calcistica d’Israele (IFA). Il Maccabi Haifa Football Club, fondato nel 1913 è il club più titolato d’Israele ed è stato il primo club israeliano a qualificarsi per la UEFA Champions League. I giocatori under 18 del Maccabi Haifa che nella loro tournée italiana hanno avuto la possibilità di confrontarsi con i giovani del Maccabi Italia, terzi nel mondo alle ultime Maccabiadi in Israele. Per la cronaca, gli italiani si sono aggiudicati la vittoria battendo gli avversari 6 a 3 nonostante l’eccellente possesso di palla degli israeliani. A seguire tifosi e giocatori si sono potuti ristorare con un invitante rinfresco di specialità giudaico-romanesche, particolarmente apprezzato dai ragazzi di Haifa che per un momento hanno messo da parte humus e falafel per concentrarsi su panini con concia e bottarga.
Una bella occasione per tutti i giovani ebrei di condividere la passione per il calcio: il prossimo appuntamento per i giovanissimi giocatori under 12 sarà lo “Junior Trophy” del 1 maggio a Madrid, proprio dove due anni fa vennero gettate le basi per una grande squadra che sarebbe arrivata a vincere una storica medaglia alle Maccabiadi. I ragazzi avranno occasione di confrontarsi con altre squadre ma soprattutto divertirsi e condividere un’esperienza indimenticabile.
Miriam Sofia
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.