L’importanza del mese di Elul
di Eitan Della Rocca
È scritto nel libro di Amos, capitolo 3 versetto 8: ”Quando il leone ruggisce chi non lo teme.”
I maestri discutono sull’entità di questo leone. Qualcuno dice che si tratta del popolo d’Israele stesso, che con la sua tenacia incute timore in tutti gli altri popoli. Qualcuno invece lo identifica come il leone personale di Hashem, precedente alla creazione del mondo.
Atri maestri intravedono nella parola אריה (Arie) un acronimo interessante: Elul, Rosh Hashanah, Yom Kippur, Oshanà Rabba. Questi quattro momenti in cui entriamo in questi 2 giorni di Rosh Chodesh, in cui riceviamo l’invito al tribunale celeste, sono 30 giorni prima di Rosh Hashanah, durante i quali dobbiamo munirci di validi avvocati difensori (le mitzvot).
Nelle Selichot (suppliche) che inizieremo a D-o piacendo questo Motzae Shabbat, diciamo: “Nahpesa derachenu venhachkora”, “Ricerchiamo le nostre strade ed investighiamo su di esse…”
I chachamim, i saggi, ci invitano a riflettere sull’importanza del mese di Elul, in cui lo scopo non è soltanto ragionare sui peccati commessi, ma piuttosto investigarne le cause. Occorre capire come mai abbiamo bisogno di quel determinato peccato e perché quest’ultimo ci cambia la vita, come sarebbe la nostra vita senza di esso.
Se questa domanda risulta stimolante, rispondere è un’impresa ardua che richiede uno sforzo costante e tenace.
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