Lettera del Presidente uscente – La parabola del punto e virgola, o dell’arrivederci
di Simone Santoro
Cari ugeini, care ugeine,
anche quest’anno mi sono ripromesso di scrivere la mia relazione senza rimuginare troppo, lasciando che le parole fluiscano da sole, nell’intento di raccontare a tutti voi il percorso che abbiamo portato avanti, la progettualità in essere e le sfide di questo complesso 2021. Non posso né voglio nascondere l’emozione, la gratitudine e la commozione che provo in questo momento, ma darò loro sfogo nei paragrafi conclusivi, prima di ciò ho tanto altro da condividere con voi.
Ormai lo sapete, mi piace dispensare epiteti, poiché credo che molto spesso poche semplici parole racchiudano significati vividi e profondi. L’anno che sta giungendo a conclusione è stato complicato, avvincente, estenuante, soddisfacente, rivoluzionario, coerente. Ciascuno di questi aggettivi, che ben riassumono le mie sensazioni, è intriso di contenuto semantico; l’ultimo, in particolare, merita una menzione chiarificatrice. Ho utilizzato il termine “Coerente” perché il nostro lavoro, sia in termini di scelte politiche sia sul piano operativo, ha ricalcato quanto fatto nel corso del 2020, cercando di migliorare vari aspetti, di impostare una crescita organica ancora più consistente, di aggiustare il tiro ove e quando necessario e, soprattutto, di dare continuità al rinnovamento della nostra Unione.
La politica dell’equidistanza e l’etica del giusto mezzo hanno dunque contraddistinto anche l’UGEI del 2021, senza che però mancassimo di prendere posizioni nette quando chiamati a farlo; equidistanza non ha mai significato, nell’ambito del nostro operato, ambiguità o silenzio. L’eterogeneità che contraddistingue l’ebraismo italiano, a nostro avviso, va valorizzata e rappresentata a trecentosessanta gradi.
Altresì eterogenea è stata la composizione del Consiglio, in termini di background, provenienza, visione politica, approccio all’ebraismo, personalità e competenze; viceversa, ci hanno accomunato un forte senso di appartenenza e una profonda condivisione degli obiettivi da perseguire. Abbiamo dialogato molto, ci siamo scontrati e supportati a vicenda, speriamo di aver prodotto tanto; la valutazione in merito, però, spetta a voi! Ciò che vi posso assicurare è che, anche quest’anno, ce l’abbiamo messa tutta per dare ampio spazio a ciascun punto di vista, a costituire un terreno fertile di scambio e dibattito, dove l’onestà intellettuale e la passione per l’approfondimento fossero sempre preponderanti. Inoltre, come due anni fa, ho comunicato sin da subito ai Consiglieri la volontà di rispettare in toto l’espressione del Congresso che ci ha dato fiducia, impostando il nostro lavoro all’insegna della realizzazione di tutte le mozioni approvate, vincolanti e non.
Quest’anno, nonostante la pandemia tutt’ora in corso, sono ricominciati gli appuntamenti in presenza. Non posso esimermi dal menzionare le immense difficoltà e gli ingenti costi a cui siamo andati incontro, di volta in volta; ogni scelta, ogni dettaglio e ogni contratto si sono rivelati elementi ardui da affrontare, dilemmi da risolvere, nodi da sciogliere. Tuttavia, le complessità a cui siamo andati incontro non hanno frenato la nostra voglia di ricominciare; la nostra buona volontà e il duro lavoro di ciascuno, Consiglieri e collaboratori, hanno prevalso. Nel 2021 l’UGEI è stata fisicamente presente a Ferrara, Milano, Roma, Camaldoli, Viterbo, Napoli, Venezia, Firenze, Finale Ligure, Savona, Marzabotto, Siena, Basiglio, Chivasso e Torino. Questo elenco mi riempie d’orgoglio, perché nel redarlo rivivo tutti gli sforzi e le soddisfazioni proprie di ciascuna tappa. Le riunioni fino a notte fonda, il coordinamento, gli errori di cui abbiamo fatto tesoro, il nostro impegno, il prezioso risultato. Dopo un anno trascorso senza poterci incontrare di persona, non vi era niente al mondo che desiderassimo di più. Alla lista vanno poi aggiunte tutte le località che abbiamo raggiunto virtualmente, con incontri, conferenze e tantissime altre iniziative online.
Non mi dilungherò ad illustrare tutte le attività, i progetti, le campagne e gli eventi che abbiamo portato avanti quest’anno. Devo però porre l’accento su alcuni punti focali, oggetto di assiduo lavoro da parte del Consiglio, in perfetta continuità con il percorso di crescita e ammodernamento intrapreso nel 2020, condividendone appieno l’entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco. Nella relazione che presentai allo scorso Congresso Ordinario menzionavo la volontà di rendere l’UGEI un interlocutore più rilevante agli occhi dell’ebraismo italiano, delle istituzioni e della società civile tutta; oggi ritengo che il percorso intrapreso sia senz’altro quello giusto. Ho creduto fermamente che le giovani e i giovani ebrei d’Italia accogliessero questo circolo virtuoso con grande convinzione; poi, a Roma, durante il Congresso Straordinario, ne ho avuto la lieta conferma. L’assemblea ha approvato – e acclamato – il nuovo Statuto della nostra Unione, il cui aspetto più rilevante è l’estensione del mandato consiliare a due anni. Una rivoluzione. Un’UGEI rinnovata, più strutturata e rappresentativa, impostata all’insegna di una prospettiva di crescita. Grazie al prezioso lavoro della Commissione Statuto, coordinata da Carlotta Jarach, abbiamo elaborato un documento in linea con le esigenze attuali e valutato attentamente lo status giuridico che ci contraddistingue. Oggi, amiche e amici, abbiamo le “carte” (letteralmente parlando) in regola per continuare a crescere. Ad maiora.
Un altro indice di gradimento rispetto al nostro operato e, in generale, alle strategie intraprese negli ultimi anni, è stata l’affluenza di finanziatori dall’Italia e dall’estero, i quali hanno contribuito alla fattibilità dell’agenda ambiziosa che ci eravamo prefissati. Abbiamo particolarmente apprezzato l’atteggiamento di alcuni partner che hanno offerto collaborazione e sostegno economico di loro spontanea volontà. Il nostro più sentito ringraziamento va dunque all’UCEI, alla Comunità Ebraica di Torino, al Bené Berith Milano, a Masa Israel Journey Italia, Francia e Ungheria, al WUJS, al WJC e al Bené Akiva Italia, così come a coloro che hanno effettuato donazioni in nostro favore e a tutte le realtà che ci hanno supportato attivamente o che ci hanno ospitato a condizioni agevolate, aiutandoci a fronteggiare le difficoltà di questo periodo storico. A nome di tutto l’ebraismo giovanile italiano, vi siamo estremamente riconoscenti, speriamo e crediamo di aver ripagato la vostra fiducia.
Merita una menzione a sé stante il percorso intrapreso con i giovanissimi, coordinato da Dafna Terracina. Ci siamo adoperati per costituire un naturale raccordo, un passaggio “fisiologico”, al compimento dei 18 anni, dai movimenti giovanili all’universo UGEI. Per alimentare e accrescere il bacino d’utenza, attivo e passivo, generare anzitempo attesa e affezione è a nostro avviso strategico e fondamentale. A Venezia, durante lo “Shabbaton in gondola”, dedicato ai ragazzi di età compresa tra i 17 e i 18 anni, abbiamo toccato con mano l’importanza e la bellezza del sentiero che stiamo tracciando. I partecipanti hanno manifestato grande entusiasmo e interesse per le opportunità che l’UGEI offre loro, sia come fruitori sia come potenziali addetti ai lavori. Raramente ho percepito così nitidamente di stare contribuendo a qualcosa di tanto importante; auspico con tutto il cuore che il prossimo Consiglio continui a lavorare in tal senso. Se è vero che noi siamo il futuro – e il presente – dell’ebraismo italiano, allora è altresì vero che i giovanissimi sono il futuro – e il presente – dell’UGEI.
Anche quest’anno abbiamo dedicato ampio spazio alle attività di dialogo interreligioso e interculturale, prendendo parte a diverse iniziative e proponendone altrettante dal canto nostro, grazie al coordinamento di Giulio Piperno. In seguito alla vittoria, lo scorso dicembre, del WUJS Award destinato alla Union che più si è prodigata in tal senso, quest’anno non avremmo certo potuto essere da meno. Tra i vari progetti vorrei menzionare il nostro contributo alla fondazione della sezione giovanile dell’Amicizia Ebraico Cristiana, con il prezioso contributo del nostro David Morselli, la progettualità in essere con l’UCRI, Unione delle Comunità Romanès in Italia, e la nostra partnership con la CII, Confederazione Islamica Italiana, nell’ambito del progetto europeo Cicero per la lotta alla radicalizzazione e al fondamentalismo.
Il progetto che quest’anno ha avuto maggiore risalto mediatico è senza dubbio Restaurare la Memoria, coordinato da Bruno Sabatello. Molte realtà di spicco italiane e internazionali hanno pubblicamente lodato l’iniziativa, forse anche in virtù della sua duplice valenza, pragmatica e simbolica. È stato molto complesso riuscire ad organizzare i percorsi, recuperare le storie dei deportati e rifinire tutti gli aspetti logistici contingenti che hanno caratterizzato ciascuna tappa; d’altro canto, la soddisfazione di aver realizzato un progetto importante su scala nazionale ha ampiamente ripagato i nostri sforzi e ci ha spinto a migliorare di volta in volta. L’ultimo episodio si è svolto a Torino, in seguito alla chiusura dei lavori del XVII Congresso Ordinario dell’Unione, assieme alle ragazze e ai ragazzi del GET. Il mio ringraziamento va a tutti i partner che ci hanno accompagnato nelle varie tappe di questo coinvolgente percorso.
Due parole anche a proposito del nostro fiore all’occhiello. HaTikwa, un giornale aperto al libero confronto delle idee. Di nome e di fatto. Una macchina ben congegnata, apprezzata in Italia e all’estero, quest’anno forte di una redazione strutturata, costituita da ben 9 desk. Al comando della nave un’esperta Caporedattrice, Giorgia Calò, e altri due grandi professionisti che rivestono il ruolo di Direttore Editoriale e Direttore Responsabile, Luca Spizzichino e Luca Clementi. Non posso far altro che dichiararmi un vostro grande ammiratore: il vostro lavoro è prezioso, tutti noi vi dobbiamo moltissimo.
Anche la nostra presenza sulle reti sociali è cresciuta in maniera consistente e organica, grazie alla dedizione e alla professionalità di Joshua Bonfante. Grazie a lui abbiamo realizzato il progetto AskAJew, ovvero l’UGEI che sbarca su TikTok. Abbiamo deciso di rivolgerci a un target mai raggiunto prima, di metterci in gioco accostando alle nostre strategie comunicative una modalità per noi assolutamente nuova e inconsueta. Il successo è stato straripante, oltre ogni aspettativa. Ho sempre pensato che fosse doveroso interfacciarsi con tutti (o quasi), adattando il registro in base all’interlocutore che si ha di fronte; credo che questo progetto abbia dimostrato l’efficacia di questa mentalità, permettendoci di raggiungere ragazze e ragazzi che in nessuna maniera erano mai venuti a contatto con l’ebraismo o con gli ebrei.
Poi c’è l’ultimo arrivato, la creatura di cui vado tanto orgoglioso. Per citare il mitico Simone Foa, la Chiquita dell’UGEI. Un brand fresco, basato su grafiche taglienti e innovative; la cura dei dettagli, gli eventi più in grande e l’offerta aggregativa più vasta possibile come punti cardine del proprio operato. In virtù della ripresa degli appuntamenti in presenza, REWiBE ha finalmente dato sfogo al proprio potenziale, organizzando eventi nazionali e internazionali di qualità e imponendosi – anche all’estero – come esempio virtuoso nell’ambito dell’aggregazione dei giovani ebrei. Tantissima è la strada percorsa, ancor di più l’apprezzamento riscosso, grazie soprattutto alla determinata Daphne Zelnick e all’eclettica Direttrice Benedetta Di Capua. L’impostazione grafica e le scelte stilistiche coerenti rendono il dipartimento appetibile e attirano sempre più partecipanti. C’è ancora molto da fare, invece, in termini di team, struttura e presenza capillare sul territorio, per una realtà nata in piena pandemia, che a un anno e mezzo dalla sua nascita si è già affermata a livello nazionale ed europeo. Chapeau. Forte dell’istituzionalizzazione approvata con il nuovo Statuto, REWiBE è destinato a diventare sempre più un punto di riferimento per i Giovani Ebrei d’Italia che vogliono riunirsi e condividere momenti preziosi assieme. Ce n’è tanto bisogno, oggi più che mai. A chi operativamente darà seguito a questo percorso, dico: sono il vostro tifoso numero uno, starete facendo il bene dell’ebraismo italiano.
Piccolo excursus circa il nostro appeal internazionale. L’UGEI, grazie anche ad HaTikwa e REWiBE, è a tutti gli effetti una delle Union più importanti nel panorama europeo e globale. La Summer U in Italia ha visto la partecipazione di quasi 50 giovani italiani, numero mai raggiunto in precedenza. Anche lo shabbaton internazionale di Napoli, E2V, ha visto oltre 35 iscritti stranieri da 10 paesi diversi. La considerazione che in questi anni abbiamo acquisito da parte delle realtà ebraiche estere e internazionali, giovanili e non, ci consente oggi di presentarci come uno stabile e rilevante interlocutore e ci conduce a instaurare partnership e sponsorship di livello. Ritengo sia fondamentale proseguire in questo tipo di percorso. A riprova di tutto ciò, la nostra Micol Di Gioacchino è stata eletta Tesoriera dell’EUJS lo scorso agosto e la nostra Caterina Cognini è stata nominata Policy Officer presso la stessa Union. Ad entrambe vanno le mie congratulazioni e la mia sentita gratitudine per l’impegno preso.
In procinto di concludere, ecco due brevi aggiornamenti importanti: il patrimonio digitale dell’UGEI è ora archiviato presso il CDEC, a futura memoria, affinché l’eredità di tutti questi anni di preziose iniziative, dibattiti e contenuti sia conservata e preservata. Infine, quest’anno, Noemi Di Segni ed io abbiamo siglato un nuovo documento che regola i rapporti tra UCEI e UGEI; questo accordo ben si confà alle nostre esigenze, soprattutto in termini finanziari. Il documento è menzionato nel nuovo Statuto ed è ovviamente consultabile, qualora foste interessati.
Ecco amici, questo è quanto. In realtà vorrei condividere con voi una miriade di aneddoti, prese di posizione, scelte giuste e sbagliate, errori e tante, tantissime soddisfazioni. Per ora mi limito a condividere qualche riflessione e ad esprimere alcuni ringraziamenti (non di forma, bensì di sostanza).
Voglio ringraziare sinceramente Livia Ottolenghi e Noemi Di Segni per averci aiutato e supportato in parecchie occasioni, per aver fatto il tifo per noi quando ci è toccato misurarci con le nostre capacità e per aver creduto nella mia leadership. Estendo questo ringraziamento sentito a Milena Santerini, Saul Meghnagi, Raffaella Di Castro e a tutti coloro che hanno collaborato con noi. Auguro inoltre buon lavoro a Simone Mortara, da poco eletto nuovo Assessore ai Giovani presso UCEI, che da subito si è messo a disposizione e con il quale sono certo il nuovo Consiglio lavorerà in ottima sinergia.
Un affettuoso ringraziamento va ai meravigliosi ragazzi del GET e del CGEF, le realtà ebraiche giovanili locali di Torino e Firenze. Siete degli instancabili lavoratori e attivisti, fondamentali per la nostra Unione, sempre presenti quando chiamati in causa. Grazie amici, ciò che fate è davvero prezioso.
Voglio ringraziare con tutto il cuore i miei compagni di viaggio Bruno, Carlotta, Dafna, Daphne, David, Giulio, Joshua e Micol. Siete persone di grande valore, lo penso sul serio, è stato per me un onore poter condividere questo percorso assieme a voi. Il vostro lavoro è indelebile, la vostra dedizione rappresenta motivo di grande speranza per tutto l’ebraismo italiano. Spero con tutto il cuore di tornare a lavorare con ciascuno di voi, ma al di là di questo, l’amicizia che ormai ci lega ha per me un valore unico e inossidabile.
Un ringraziamento altrettanto speciale va a Luca e Luca. Amici miei, senza esitazione vi siete assunti un impegno gravoso, cruciale. L’avete portato avanti egregiamente, assieme all’altrettanto preziosa Giorgia, con grande amore, serietà e dedizione, senza mai arrendervi dinnanzi alle difficoltà. Invidio la vostra professionalità, vi sono infinitamente grato per la qualità che avete proposto a noi lettori/ascoltatori/spettatori praticamente ogni giorno. Penso sinceramente che siamo molto fortunati a contarvi tra le nostre fila. Siete tra le persone più speciali che abbia incontrato durante questa mia lunga avventura, la vostra amicizia è per me motivo di grande orgoglio.
Quest’anno, dovete sapere, il Consiglio era composto da 11 persone. Avete capito bene, non 9, bensì 11. Eh sì, perché Keren e Benedetta hanno lavorato come non ho mai visto lavorare nessuno. Quantità, qualità, dedizione, puntualità e costanza. La verità è che senza di loro non saremmo mai riusciti a fare così tanto. Siete due persone eccezionali, non avete mai chiesto riconoscimenti, la verità è che la gente come voi sul lavoro è tanto rara quanto preziosa. A voi due va tutta la mia riconoscenza. Lavorare così è un piacere. Abbiamo tanto da imparare da voi. Grazie di cuore. Vi ricordate la premessa? Non è forma, ma sostanza.
Ringrazio affettuosamente i miei compagni di avventure dell’anno scorso, gli ex consiglieri, gli altri collaboratori, l’ex direttore di HaTikwa David Zebuloni e tutti coloro che mi hanno aiutato, consigliato e supportato in questi anni. Infine, due ringraziamenti speciali.
A David, mio vicepresidente per due mandati, senza dubbio una tra le persone più in gamba e dedite che abbia conosciuto in tutta la mia vita. Caro David, sei una risorsa preziosa per l’ebraismo italiano; sei il mio braccio destro e ti sono estremamente riconoscente perché, nonostante la giovane età, hai anteposto l’UGEI a qualsiasi altra cosa. Sei cresciuto tanto sotto tutti i punti di vista, ti auguro il meglio per il proseguo di questo percorso meraviglioso, con l’equilibrio che ormai ti contraddistingue, cercando sempre di metterti nei panni altrui e non trascurando mai i tratti caratteriali e le fragilità dei tuoi collaboratori. Ti auguro un sentiero ricco di soddisfazioni, sono certo che molto presto i nostri percorsi lavorativi si intrecceranno nuovamente. Senza di te non sarei mai riuscito a fare tutto ciò che ho fatto in questi due anni di presidenza, ti devo tantissimo.
A Daphne, amica fidata e mio supporto emotivo per eccellenza, per aver dedicato all’UGEI pressoché tutta sé stessa per ben due anni, ma soprattutto per avermi persuaso a fare il Presidente. Ebbene sì, dovete sapere che oltre due anni fa ricevetti una telefonata da una ragazza milanese, la quale affermava che un folto gruppetto di ugeini voleva che io mi candidassi in Consiglio al fine di presiedere l’UGEI. Nei miei piani c’era un tirocinio di 6 mesi in Israele; lei, però, insistette. Ogni due/tre giorni mi telefonava, mite, mi suggeriva di rivalutare la mia scelta senza pressione. Il resto della storia lo sapete. Daphne, sei una delle persone migliori che abbia mai conosciuto, sono estremamente fortunato ad averti come amica e ad aver condiviso questa esperienza con te. La tua dedizione, la tua forza di volontà, la tua determinazione e la tua capacità di spingerti oltre i tuoi limiti devono fungere da esempio per tutti noi.
L’ultimo mio ringraziamento, il più sentito, va a tutti voi. Grazie per avermi dato fiducia, grazie per aver creduto in me, per avermi supportato, criticato, aiutato. Grazie per tutti i momenti trascorsi insieme e per tutti quelli che ancora devono venire. Grazie per avermi permesso di esprimere le mie idee, di coltivare la mia identità e il mio senso di appartenenza. Grazie per esservi fatti rappresentare da me. Essere il Presidente dei Giovani Ebrei d’Italia è stato il più grande onore della mia vita, l’esperienza più bella che abbia mai fatto. Spero con tutto me stesso di avere lasciato qualche cosa di buono, di aver seminato germogli che possano dare frutti dolci per tutti noi. Vi auguro di agire e di esprimervi sempre con cognizione di causa, di far prevalere l’onestà intellettuale anche nei momenti di scarsa lucidità, di diffondere tanta empatia e di avere sempre un occhio di riguardo nei confronti del prossimo.
Quanto a me… La verità è che il mio più grande obiettivo, in questi due anni, è stato rendere l’UGEI una seconda casa per tutti noi, una realtà di cui andare orgogliosi, uno spazio sicuro e accogliente, nonostante la pandemia, nonostante tutte le difficoltà. In nome di questo impegno ho trascurato e rinunciato a tante altre cose; lo rifarei altre mille volte. Ora, però, ho bisogno di una “pausetta”, sento di dover riprendere in mano altri aspetti della mia vita che ho messo in stand-by da ormai parecchio tempo. Tuttavia, a onor del vero, ho promesso a parecchi di voi che il mio impegno non termina certo qui. Non so come si declinerà la mia prossima occupazione politica, dove o quando, né se sarà nell’ambito dell’ebraismo italiano, europeo o nel contesto della società civile. L’unica certezza di cui dispongo, oggi, è che onorerò questa promessa. Grazie, dal profondo del mio cuore, per avermi dato questa opportunità.
Con immenso affetto,
Simone
Organo ufficiale di stampa dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia. Fondato nel 1949, dal 2010 è una testata online e inserto mensile di Pagine Ebraiche.