Lauder Fellowship: 29 giovani da 16 nazioni a New York per confrontarsi su antisemitismo e difesa del futuro delle Comunità ebraiche

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Per il quarto anno consecutivo, il World Jewish Congress (WJC) ha dato la possibilità a giovani leaders delle comunità ebraiche di tutto il mondo di partecipare alla Lauder Fellowship. L’organizzazione internazionale ha creato questo programma per incentivare il coinvolgimento delle nuove generazioni nel raggiungimento degli obiettivi del WJC. Fra i maggiori scopi la lotta all’antisemitismo e la preservazione della Memoria. I giovani diventano così i protagonisti designati per proporre ed implementare un progetto volto a migliorare le proprie comunità: il suo scopo principale, infatti, è quello di insegnare loro le fondamenta della diplomazia e fornire loro gli strumenti necessari per rappresentare e difendere la presenza ebraica nel mondo.

La quarta edizione della Lauder Fellowship è partita l’8 agosto con il seminario a New York, durante il quale 29 giovani provenienti da 16 nazioni si sono riuniti per mettere a confronto le proprie idee con esperti e professori. Primo appuntamento l’incontro con Ronald Lauder, insieme al quale i Fellows si sono confrontati su varie tematiche, con particolare attenzione all’antisemitismo nei campus universitari e come affrontarlo nella vita di tutti i giorni.

 

Il giorno successivo, alla sede delle Nazioni Unite, si è tenuto un incontro istituzionale con Tracey Petersen, manager dell’Holocaust and United Nation Education Outreach Programme, il programma di sensibilizzazione per il ricordo della Shoah presso le Nazioni Unite. Petersen ha discusso con i giovani leader sull’importanza di garantire il giusto riconoscimento a tale tragedia umana, per evitare che il ripetersi di simili eventi. Infine, il seminario si è concluso con un dialogo con Adela Cojab, una giovane attivista che, tramite delle azioni di protesta, ha evidenziato come ancora oggi alcune università non affrontino in maniera adeguata l’antisemitismo. A seguito della sessione, una riflessione sul ricordo della Shoah con Menachem Rosensaft, figlio di due sopravvissuti ai campi di sterminio, Hadassah Bimko e Josef Rosensaft.

“Le nuove generazioni hanno il dovere di cogliere queste occasioni ed essere pronte ad intervenire per costruire un futuro migliore per le comunità ebraiche. Per questa ragione ho deciso di mettermi in gioco e prendere parte a questo progetto, che si è già dimostrato un’opportunità di crescita non solo personale, ma anche professionale”, ha raccontato Vittoria Bublil, Lauder Fellow proveniente dalla Comunità Ebraica di Roma.

Photo credits: WJC


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