Lascia andare il mio popolo – שלח את עמי
La frase che ha sempre risonato in me una grande emozione durante il Seder di Pesach e per esteso l’intero libro di Esodo è “Shalach et amì”, lascia andare il mio popolo. La fierezza e compostezza con la quale un leader in ascesa pronuncia queste parole di fronte al Faraone mi hanno sempre ispirato.
Fino a poco tempo prima Mosè era insicuro della propria missione, non si sentiva adatto al ruolo investitogli da D-o. Tuttavia, la parola divina lo ha fortificato, la convinzione dell’importanza della propria missione, la presa di responsabilità nei confronti di un popolo intero, lo hanno guidato fino al fulcro del potere terreno con certezza del proprio successo.
Passarono circa tremila anni finché un altro leader ebraico pronunciasse queste parole, questa volta una donna, ma con la stessa ammirabile audacia. Quando Golda Meir in veste di Primo Ministro del neonato Stato d’Israele si appellò alla colossale Unione Sovietica per il rilascio delle centinaia di migliaia di ebrei segregati nel paese.
Solamente tre parole, che racchiudono l’essenza del rapporto unico e indissolubile tra i figli d’Israele, in procinto di diventare “עם” (Am), popolo, con l’Altissimo. Implicando la messa in discussione del potere temporale dei più grandi regnanti, accecati dalla bramosia, convinti della loro fasulla onnipotenza, ma che di fronte al potere più grande non possono far altro che cedere il passo.
Nel nostro piccolo, auguro a ciascuno di voi, che in varie maniere vi adoperate per il bene della nostra comunità e del nostro popolo, di nutrire quella antica fiamma, che arde senza consumarsi, conservando la stessa audacia e sfrontatezza che hanno avuto i nostri maestri prima di noi.
Chag Pesach Kasher VeSameach חג פסח כשר ושמח
Studente di Medicina presso Humanitas University di Milano, è stato Presidente UGEI nel biennio 2022-2023.
Nato e cresciuto a Siena, attualmente ricopre il ruolo di Policy Officer ed è redattore di HaTikwa.