La yeshiva all’ombra del Muro occidentale
Fra banchi di libri, quaderni, mormorii di parole, letture, silenzi, immersi nella concentrazione. Fra pareti di pietre parlanti, nel cuore della città vecchia a Yerushalaim, si affaccia la Yeshivat hakotel. Se penso di dover rappresentare la Yeshiva con una immagine mi viene in mente quella dinamicità espressa nel famoso affresco di Raffaello Sanzio “La scuola di Atene”; riflettendo pur sempre sulla forte e fiera consapevolezza di non arrivare mai a bloccare quell’insaziabile appetito culturale e filosofico in un affresco, mi affascina pensare che, dopo tanti secoli, esista ancora, in un mondo dominato da una dirompente rivoluzione tecnologia, uno spazio per la riflessione e per la ricerca di un continuo confronto.
Una dimensione di vita rara in una realtà davvero unica, una condivisione di spunti di riflessione e di contorti ragionamenti logici invidiabili alle migliori università del mondo. Il daf (pagina di Talmud) della lezione del giorno viene preparato con il compagno di studi (la hevruta, dalla radice ebraica haver, compagno) per poi essere completamente riaffrontato dal ram (rav mehanech, maestro educatore). Il rapporto che si crea con il ram è qualcosa che va oltre gli interessi formali e didattici, il ram diventa subito una guida, un amico, un esempio e un complice confidente. Ogni ram ha il suo approccio alla Torah, il suo codice particolare per decifrare le Scritture, la chiave che apre le varie serrature degli studenti a cui si rende amabile e affascinante.
Nella Yeshivat hakotel non si segue
solamente un programma unico di studi, ogni studente può approfondire gli argomenti più vari, passeggiando per la biblioteca o partecipando a gruppi o coppie di studio. Si parte quindi con il Maral di Praga, fra i più importanti esponenti della filosofia ebraica, passando per rav Kook (precursore della Yeshiva e fondatore del sionismo religioso), fino ad arrivare ai più recenti e ammirabili custodi di una tradizione millenaria, ormai rara: rav Nevenzal, frequentatore stesso della Yeshiva, posek halacha (decisore della legge pratica), figura di notevole prestigio in tutto il mondo rabbinico in Israele e non solo. Simile a rav Nevenzal è rav Adari, fondatore della Yeshiva e personaggio di straordinario carisma. Famosi e diffusi i suoi detti; uno fra tutti: “La Yeshiva è lo shabbat della vita”, indica non solo quanto sia bello vivere in una dimensione logistica come la Yeshiva, dimensione in cui l’affaticamento della vita viene interamente sostituito col dedicarsi allo sforzo della comprensione del Talmud, ma anche che la Yeshiva è come lo shabbat, una grande opportunità per innalzare (anche solo temporaneamente) la nostra anima, per affinarla ad affrontare una vita con strumenti diversi. Se è vero che lo shabbat ci dà la forza per la settimana è altrettanto vero che la Yeshiva può darci quegli ingredienti giusti per vivere una vita migliore, quella forza per tuffarci in un mondo che appare a volte troppo pericoloso.
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.