7 Settembre 20203min

La storia si ripete: ecco gli esploratori biblici 2.0

deserto grande

di Luca Clementi

 

Ho letto su JoiMag l’articolo di Micol De Pas Le due quarantene di Mosé, che utilizzava un divertente e attuale accostamento quarantena – quarant’anni nel deserto. Così ho iniziato a pensarci su anch’io, in un delirio serale di attualizzazione compulsiva. Eccolo lì nella mia mente il popolo d’Israele, condannato a 40 anni nel deserto perché ha dubitato di Giosué e Caleb, ascoltando i 10 esploratori che parlavano male della Terra di Canaan. In un contesto di sliding doors, chissà con 40 anni in più di storia cosa avremmo potuto fare. Un Bet Hamikdash ancora più bello? Un trattato di pace coi Filistei di durata illimitata? Invece no. Ci è toccata una seconda ondata di quarantena nel deserto per colpa di 10 esploratori. Non ci è bastata la Fase 1 del vitello d’oro, era tutto troppo facile.

Oggi ci sono gli esploratori 2.0: i viaggiatori. Solo che per qualche motivo, invece di esplorare luoghi sconosciuti e isolati, frequentano pedissequamente quelli popolati da 500 persone al metro quadro, rigorosamente privi di mascherina, perché la vita è una e va vissuta. Che soffrano di solitudine? Fatto sta che il paese è nuovamente nel caos. Lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 15 ottobre (proporzionalmente all’aumento di tamponi eseguiti), il numero di positivi si aggira intorno alle 1.000 unità al giorno, ci sono stati nuovi morti e le terapie intensive si sono ripopolate di pazienti.

Questo ci fornisce un dato antropologico molto interessante: 3 mesi di quarantena in alcuni casi non sono serviti a nulla. Si era detto che il mondo sarebbe cambiato, che avrebbe avuto più sensibilità di fronte a certi temi, che ognuno sarebbe stato più accorto con il prossimo, una volta riavuto il contatto umano. Tendenzialmente è vero: moltissimi italiani, la maggior parte, hanno reagito con coraggio e consapevolezza, rispettando le regole ed evitando quanto più possibile il contagio. Ma il fatto che per l’irresponsabilità di pochi si sia ritornati ad una situazione di pericolo per tutti, oltre che far pensare, fa anche e soprattutto arrabbiare. E parecchio.

Le parole di quei pochi esploratori hanno infettato come un’epidemia virale tutto il popolo d’Israele, portando alla morte di tantissime persone. Così anche questa volta, in termini diversi. Mi auguro che alla prossima, prendendo le opportune precauzioni, si tenga anche conto della stupidità umana.


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