La Parashà della settimana: Vaishlach

PARASHA (8)

di Ruben Caivano

La Parashà che leggeremo questo Shabbat inizia con l’incontro tra Yaakov ed Esav, dopo la questione della primogenitura. Quando Yaakov si accinge a rincontrare suo fratello, non sa come possa reagire, ma si aspetta gli stessi ostili atteggiamenti dell’ultima volta che lo vide. Per questo motivo decide di mandare degli inviati, che Rashi dice essere dei veri e propri angeli, per capire cosa suo fratello stesse facendo. Una volta tornati, questi riferiscono circa l’arrivo di Esav con quattrocento persone. La situazione sembra farsi molto critica: Yaakov ha paura, ma allo stesso tempo si prepara all’incontro secondo tre modalità che i maestri sottolineano: pregando il Signore affinché lo aiuti, mandando dei doni di notevole importanza ad Esav attraverso degli emissari ed infine preparandosi a combattere dividendo il suo accampamento in due parti. Queste tre scelte fanno scuola su come gestire i conflitti e su come, secondo i Chachamim, dovranno gestirsi i conflitti tra il popolo di Israele e tutti gli altri.
Queste tre metodi di Yaakov spiegano che non sia sempre possibile combattere, così come non lo sia sempre mandar doni o basarsi solo su una preghiera.
Bisogna cogliere la specificità di ogni situazione per capire in che modo ci si può relazionare con il nemico. Peraltro l’esito dell’incontro con Esav si rivela positivo. I due si abbracciano e sembra ricomporsi la fattura creatasi molti anni prima.

Shabbat Shalom!


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