La Parashà della settimana: Vaerà

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di Jonathan Di Veroli

Questa settimana leggiamo il secondo brano del libro di Shemot. Questo è conosciuto soprattutto perché parla delle piaghe che si sono abbattute sugli Egizi per convincere il Faraone a mandar via il popolo ebraico. In questa Parashà vengono citate solo le prime sette piaghe, mentre troveremo le ultime tre la prossima settimana. Quando H. decide di applicare la prima piaga, l’insanguinamento del Nilo, succede una cosa particolare: non è Mosè che deve metterla in atto, ma Aron. La stessa cosa vale per la terza, l’arrivo dei pidocchi. Si chiedono i Commentatori per quale motivo queste due non vengono messe in atto direttamente da lui. Rispondono i Maestri che per far diventare sangue l’acqua che era nel Nilo, Moshè avrebbe dovuto battere sull’acqua, mentre per i pidocchi avrebbe dovuto battere sulla terra. Questi non poteva farlo visto che era riconoscente all’acqua e alla terra che nel corso della sua vita lo hanno salvato. L’acqua quando la madre lo ha messo in una cesta proprio sul Nilo, e la terra quando vide un egiziano che maltrattava un ebreo, e, preso dall’ira, lo uccise nascondendo il corpo sotto la terra. La stessa gli diede il tempo di fuggire prima che venisse trovato il corpo. Queste parole ci insegnano ad essere sempre riconoscenti per l’aiuto che riceviamo, che sia da un uomo o da qualsiasi altro essere vivente.

Shabbat Shalom!


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