La Parashà della settimana: Tzav
Parlò D. a Moshè dicendo: “Comanda ad Aron e i suoi figli dicendo loro” (Lev. 6:1/2).
Questo sabato leggeremo la seconda Parashà del libro del Levitico. Inoltre festeggeremo l’ultimo dei Shabbatot segnalati: Shabbat HaGadol. Infatti questo Sabato è caratterizzato dalla vicinanza con Pesach, dove tutti quanti ci riuniremo con le nostre famiglie e per una settimana avremo il divieto di mangiare ogni sostanza derivata dalla fermentazione di una delle seguenti specie di cereali a contatto con acqua: frumento, orzo, avena, segale, spelta o farro. È bene specificare che il divieto di possedere e cibarsi di Chamètz si protrae fino al termine dell’ottavo giorno di Pesach. Fermo restando tale divieto, l’uso delle Matzòt (azzime) in sostituzione del pane, obbligatorio durante i pasti delle prime due sere, è facoltativo nei rimanenti giorni della ricorrenza. È però opportuno, per adempiere nel rispetto di tutte le opinioni, astenersene solo ove sussistano gravi ragioni di salute. Nei pasti della Vigilia, dopo le 10:00 si mangia solo Kasher le-Pesach ma per tutto il giorno si usa non mangiare Matzot, affinché siano particolarmente gradite la sera del Seder. Non è un caso che la Parashà di Tzav frequentemente cada alla vigilia della festività di Pesach. Nel versetto: “Poi si spoglierà delle proprie vesti e ne indosserà altre, e toglierà la cenere portandola in un luogo puro, al di fuori del campo” (Lev 6:4) si descrive la fine di ogni sacrificio: il Cohèn, dopo aver sacrificato, doveva occuparsi del prelievo della cenere che si era formata sull’altare durante il giorno e la notte precedenti. La rimozione della cenere che il Sacerdote faceva ogni mattina non può non richiamare alla mente l’eliminazione del Chametz che l’ebreo compie ogni anno prima di Pèsach. Nel Santuario tutte le offerte di farina venivano fatte con la Matzà, azzima non lievitata: l’uso del Chamètz nelle offerte al Tempio era normalmente proibito. È chiaro il riferimento alla nostra storia: prima di iniziare il Seder di Pesach ogni ebreo deve liberarsi dai residui del Chamètz accumulato nel corso dell’anno. Ognuno deve lavorare e fare tutto ciò che è possibile per ricomporre i propri rapporti con il prossimo e con il Signore, affrontando se necessario anche situazioni imbarazzanti e scottanti.
Auguriamo a tutti Shabbat Shalom ed un Pesach Kasher ve Sameach!!!
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