La Parashà della settimana: Tzav

IMG_9923

di Jonathan Di Veroli

Nella Parashà Tzav vengono descritti i dettagli dei sacrifici e delle cerimonie rituali del Tabernacolo, il Mishkan, con un’attenzione particolare sul ruolo dei Sacerdoti: sulla purificazione loro e del santuario stesso. Ad esempio, viene discusso il processo di purificazione per chiunque sia entrato a contatto con un cadavere. La Parashà sottolinea l’importanza della purezza e della santità nel culto ebraico, ed è scritto: “Esh tamid tukad al ha mizbeach lo tichbé – Un fuoco eterno farai ardere sull’altare non lo spegnerai”.
Doveva esserci un fuoco acceso perennemente e dopo la distruzione del Bet Hamikdash questo è stato sostituito nei nostri Batè Kneset con un lume, il Ner Tamid, posto di fronte all’Aaron Hakodesh, dove sono contenuti i rotoli della Torah. Il fuoco rappresenta la continuità ma rappresenta anche la base della vita ebraica: così come il fuoco rimane acceso, così anche l’anima dell’ebreo per rimanere accesa deve essere alimentata continuamente attraverso i prevetti, le Mitzvot. Questo Shabbat è chiamato Shabbat Parà, perché oltre che la Parashà di Tzav si legge anche un altro piccolo brano che parla della Parà Adumà, la mucca completamente rossa che serviva a purificare coloro che si erano resi impuri. Questo brano è estremamente collegato alla prossima festività che affronteremo, la festa di Pesach, proprio perché per alcune mizvot della festa bisognava avere uno stato di purità molto elevato.

Shabbat Shalom!


UGEI

L’Unione Giovani Ebrei d’Italia coordina ed unisce le associazioni giovanili ebraiche ed i giovani ebrei che ad essa aderiscono.


Contattaci




HaTikwa

Organo ufficiale di stampa dell’UGEI è HaTikwa, giornale aperto al libero confronto delle idee nel rispetto di tutte le opinioni.


Contattaci