La Parashà della settimana: Tazria-Metzorà
di Federico Spizzichino
Questo Shabat leggeremo le Parashot di Tazria e Metzorà. Il tema che unisce queste due porzioni della Torah sono le leggi della Tzaraat, malattia che poteva consistere in bolle sulla pelle, macchie sui vestiti o sugli edifici, a cui erano soggette quelle persone del popolo che compivano alcune trasgressioni, prima fra tutte la lashon ará, la maldicenza.
Infatti più avanti, nel libro di Bemidbar, troviamo che Miriam, la sorella di Moshé, viene punita proprio con la Tzaraat per aver fatto maldicenza sul fratello.
La Parashá che abbiamo letto la scorsa settimana, Sheminí, si chiudeva con le leggi alimentari, la kasherut.
Non è un caso che tali regole siano accostate proprio alle nostre Parashot settimanali che appunto trattano della punizione di chi commetteva Lashon Arà.
Lo Zohar scrive che un ebreo deve fare uguale attenzione sia a quello che entra nella bocca, sia a ciò che esce da questa.
Come scritto nei Tehilim: “Mi Haish echafez chaym, ohev yamim lirot tov? Nezor leshoneká mirá usfateka midaber mirmá” (“Chi è l’uomo che desidera la vita, di vedere i suoi giorni in bene? Colui che trattiene la sua lingua dal male e le sue labbra dal pronunciare calunnie”). Per meritare la vita, dobbiamo quindi trattenere la nostra lingua dal male, ovvero qualsiasi cosa sia Taref, proibita, e evitare di pronunciare calunnie con le nostre labbra.
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