La Parashà della settimana: Nitzavim

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di Ruben Caivano

Nella Parashà di questa settimana, ovvero quella di Nitzavim è scritto: “Voi siete presenti tutti quanti oggi dinanzi al S. vostro D-o”. (Devarim 29,9).Dopo gli ammonimenti della Parashà di Ki Tavò, secondo Rashi, Moshè raduna Am Israel davanti ad H. nel giorno della sua morte, per farli entrare in Erez Israel. Rashi quindi sottolinea la grandezza di Moshè come leader perché, nel momento del cambio del traghettatore per il popolo e nel momento dell’entrare in Erez Israel dal deserto, Moshè raduna tutto il popolo li rende fissi ovvero Nitzavim, per entrare nella terra promessa. Secondo lo Sfat Emet è proprio nell’ultimo Shabbat dell’anno che dobbiamo diventare delle mazzevot, delle stele fisse e stabili in vista del nuovo anno, poiché Rosh Hashanà è l’occasione di voltare pagina e per lasciarci dietro tutti i fatti negativi che sono accaduti precedentemente, ma allo stesso tempo di tenere vivo ciò che è stato realizzato di positivo.
Un’altra interpretazione della parola Nitzavim può essere “stare dritti in piedi” come si fosse in un tribunale in attesa di un verdetto, che sarà poi emanato dopo dieci giorni da Rosh Hashanà, ovvero per Yom Kippur. In questi dieci giorni noi cerchiamo di fare teshuva (penitenza) al fine di annullare tutto ciò che abbiamo sbagliato. Le tre Parashot che si leggono nei tre Shabatot precedenti a Rosh Hashanà sono Ki Tezè, Ki Tavò e Nitzanim.
Ki Tezè significa ”quando uscirai”, ovvero quando penserai di essere indipendente da tutto e ti allontanerai dalla casa paterna pieno di entusiasmo. Quando poi ti renderai conto che da solo non ce la fai allora tornerai, Ki Tavò ossia ”che tornerai alla casa paterna” consapevole di aver sbagliato. E infine Nitzanim, ”stare in piedi”, ossia lo stare in piedi davanti il rimprovero dei tuoi genitori per aver commesso il gesto di andartene.
Questa sequenza di Parashot potrebbe rappresentare il processo della teshuvà perché ci danno la possibilità di capire che sbagliamo ed allo stesso momento di essere perdonati per poi iniziare con serenità l’anno nuovo.


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