La Parashà della settimana: Lech Lechà
di Jonathan Di Veroli
Il brano di questa settimana vede come protagonista Avraham, il quale fugge via dalla casa di suo padre per vivere una vita basata completamente sul monoteismo. Nella Parashà ricorre spesso il discorso di “discendenza”. Molte volte nella Torah viene promessa ad Abramo una discendenza numerosa e lo troviamo anche nel verso in cui è scritto: וַיּוֹצֵ֨א אֹת֜וֹ הַח֗וּצָה וַיֹּ֙אמֶר֙ הַבֶּט־נָ֣א הַשָּׁמַ֗יְמָה וּסְפֹר֙ הַכּ֣וֹכָבִ֔ים אִם־תּוּכַ֖ל לִסְפֹּ֣ר אֹתָ֑ם וַיֹּ֣אמֶר ל֔וֹ כֹּ֥ה יִהְיֶ֖ה זַרְעֶֽךָ׃ che significa: “Lo trasse fuori, e (gli) disse: Guarda verso il cielo, enumera le stelle, se puoi numerarle. Allora (gli) disse: Tale sarà la tua discendenza”.
Perché H. lo fa uscire per guardare le stelle? Spiegano alcuni commentatori che lo fa uscire per vedere gli astri e di conseguenza capire che il suo futuro sarebbe cambiato, infatti dopo che gli verrà cambiato il nome in Avraham e che sua moglie diventerà Sarà, essi genereranno Izchak, dal quale continuerà l’ebraismo. È particolare che nel verso sopra citato viene benedetta la discendenza che avrà ma non viene benedetto lui stesso. I maestri paragonano questa particolarità ad un viandante nel deserto, che dopo giorni di sofferenza trova un oasi con un albero da frutto e una sorgente d’acqua. Il viandante mangia, beve e si riposa vicino a questo albero e, al momento di andar via, sente in dovere di ringraziarlo per ciò che ha fatto per lui. Cerca qualcosa da dire ma si accorge che l’albero ha già tutto ciò che gli serve, è già perfetto così com’è; allora decide di benedire le piante che nasceranno augurandogli che possano essere proprio come quell’albero.
Possa la discendenza di Avraham, Izchak e Jaacov essere sempre più numerosa.
Amen ken yey razon!
Shabbat Shalom!
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