La Parashà della settimana: Ki Tetzè
di Eitan Della Rocca
הָאֵם וְאֶת הַבָּנִים תִּקַּח לָךְ לְמַעַן יִיטַב לָךְ וְהַאֲרַכְתָּ יָמִים
“Quando capiterà un nido di uccello di fronte a te…manderai via la madre e i pulcini prenderai per te, affinché ti si faccia del bene e ti si prolunghino i giorni…”
Tra le 74 mizwot della Parashà di Ketzè, una delle più complicate è sicuramente quella dello shiluach haken, la Torà ci ordina di cacciare via la madre e soltanto dopo prendere i piccoli pulcini e promette una grande ricompensa per chi applica questa norma.
Addirittura secondo il midrash rabbà, gli sterili che compiono questa mizwa riusciranno ad aver presto figli e avvicinano il Mashiah.
Ma il Talmud in Berachot ci invita a non associare la misericordia divina con questa mizwa, spiegano infatti i Maestri che la vera misericordia che emerge da questa mizwa è quella dell’uomo.
La radice di tutti i mali è l’egoismo.
L’uomo che non riesce a rinunciare ai propri vantaggi a discapito degli altri, l’uomo che è in continua competizione e che non vede mai il prossimo con rispetto e con amore allontana la Shehinà (presenza divina) dal mondo, troppo spesso diciamo:”ho già tanti problemi posso prendermi anche le magagne degli altri? ” questo è un errore, spesso aiutando gli altri, siamo proprio noi a giovarne rafforzandoci…
Ecco perché si caccia via la madre e si prendono i figli, anche se la madre rappresenterebbe un vantaggio personale per chi la prende (facendo le uova) la Torà ci impone di cacciarla, lasciandola libera nel mondo e lasciandole la possibilità di portare tanti altri piccoli pulcini.
Anche se è difficile, qualche volta, pensiamo prima al prossimo.
Shabbat shalom
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