La mia Summer U

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summeruLo ammetto: non amo le vacanze organizzate. Non vado matto per i villaggi turistici; vere e proprie “prigioni” di villeggiatura, dove “ti obbligano” a divertirti a colpi di zumba, acqua gym e balli latinoamericani. Non sopporto l’idea di stare chiuso all’interno di una struttura anonima e fredda, dove la località non fa alcuna differenza, che si tratti di Palazzolo sull’Oglio o Podgorica.

E allora perché scegliere la Summer U, che all’apparenza non diverge più di tanto dai parametri sopra enunciati? Non potendo essere troppo aggressivo (altrimenti corro il rischio della censura) dirò che quest’anno la Summer non è stata poi così terribile.

Innanzitutto la location italica merita un plauso: una singolare struttura alberghiera di categoria, inerpicata sui monti Cimini, ai piedi del lago di Vico. Purtroppo non si può dire la stessa cosa del servizio di ristorazione, che eguagliava gli standard di una compagnia aerea low-cost del quarto mondo.

summeruMa di sicuro la riuscita della vacanza è da attribuire al viscerale ruolo dello staff, che si è prodigato per offrirci un menù della giornata il più completo possibile e mai banale, dalla color run ai giochi aperitivo, dalla guerra a cuscinate alle feste a tema serali, veri e propri fiori all’occhiello della vacanza.

E poi vogliamo mettere in dubbio il ruolo sociale della Summer U, soprattutto per un giovane ebreo italiano come me, iscritto a una piccola comunità ebraica, chiusa e arroccata su se stessa, dove l’età media è di almeno cinquant’anni? Di sicuro, passare una settimana estiva in compagnia di coetanei provenienti da diversi paesi d’Europa e del mondo, male non fa (e poi con cinquanta euro in più dicono che ti trovano pure moglie!).

Per concludere, giovane ebreo italiano che passi e leggi le mie righe, vai alla prossima Summer U e non te ne pentirai.

Simone Foa, milanese scappato a Livorno, in seguito ad una crisi mistica. Due grandi passioni: i treni e l'hockey su ghiaccio; il resto e' noia
Simone Foa, milanese scappato a Livorno, in seguito a una crisi mistica. Due grandi passioni: i treni e l’hockey su ghiaccio; il resto è noia


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