“Quattro musulmani e sei ebrei si incontrano su Zoom”: l’Iftar con l’Istituto Tevere

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di Micol Di Gioacchino

 

“Quattro musulmani e sei ebrei si incontrano su Zoom…”. Potrebbe sembrare l’inizio di una di quelle barzellette satiriche che piacciono a pochi, ma non è così. È successo davvero, e la conclusione di questo racconto appare essere un bell’esempio di scambio interreligioso magistralmente riuscito.

L’UGEI, infatti, è stata invitata nella sera del 14 aprile dall’Istituto Tevere, centro per la promozione del dialogo e degli studi interculturali e interreligiosi, per un’iniziativa volta allo scambio tra cultura ebraica e cultura musulmana.

Il tema centrale di questo evento interreligioso è stato il concetto del digiuno, tema non preso di certo a caso, dato l’inizio del mese del Ramadan lo scorso 13 Aprile.

In una videochiamata di un’ora, abbiamo potuto approfondire insieme il significato intrinseco del mese di digiuno della religione islamica (il Ramadan, per l’appunto), al fine di trovare elementi comuni e contrastanti a quelli dei vari digiuni presenti nel calendario della religione ebraica.

A moderare l’incontro è stato Cenap Aydin, cofondatore dell’Istituto Tevere, che ha introdotto il tema del digiuno mostrandoci uno schema dettagliato delle particolarità del mese del Ramadan, anche detto mese della compassione.

Elementi centrali del Ramadan sono l’astensione dal bere e mangiare dall’alba al tramonto (per un totale di 16 ore in Italia) per 29 o 30 giorni, in base al calendario lunare, nonché la devozione spirituale e l’elemosina verso il prossimo.

Per noi, è stato interessante scoprire come, anche all’interno della grande comunità islamica, si abbiano opinioni diverse nei riguardi di come affacciarsi a questo periodo così solenne. Infatti, anche nell’ebraismo, religione che per lungo tempo è stata tramandata prevalentemente in forma orale, si trovano a tal proposito ancora oggi discussioni dei Maestri circa le modalità con cui seguire i digiuni.

Alla domanda di Cenap Aydin di presentare un documento ebraico che descrivesse la liturgia del digiuno nell’ebraismo, si è scelto di presentare un passaggio del Trattato di Ta’anit, che nel Talmud chiarisce l’importanza del digiuno nella tradizione ebraica.

A concludere l’incontro è stata la cerimonia dell’Iftar, il pasto serale consumato dai musulmani che interrompe il loro digiuno quotidiano durante il Ramadan. Abbiamo ascoltato con grande commozione le note dell’Adhan – la chiamata alla preghiera, osservando la devozione dei nostri fratelli musulmani per questo brano. Per rompere il digiuno è uso comune mangiare un dattero e bere dell’acqua, anche se questa tradizione cambia da territorio a territorio. È interessante considerare come il dattero, frutto molto spesso presente in varie festività ebraiche, sia elemento centrale anche nella liturgia islamica; quasi a sottolineare che, sebbene esistano differenze fra queste due religioni, i punti in comune non sono da meno.

L’UGEI ringrazia di cuore Cenap Aydin, Isuf Alla, Senat Halilaj e Sena per il loro emozionante invito, con l’augurio che questo sia il primo di molti incontri volti a conoscere reciprocamente le nostre due realtà.

Per cui a presto.

Salam Aleikum e Shalom.


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