Korach: l’importanza dell’unità nel popolo d’Israele

korah

Korach della tribù di Levi, insieme a Datan e Aviram, coalizza duecentocinquanta persone importanti della comunità in una ribellione contro Moshe e Aron. Gli insorti accusano Moshe di essersi tenuto troppo onore per sé e di aver ceduto il sacerdozio a suo fratello Aron agendo contro la volontà di H.

Moshe, consapevole dell’insensatezza del loro dissenso, propone ai ribelli di provare ad offrire l’incenso sacro il giorno seguente, cosicché sia H. Stesso a giudicare le loro azioni. Li avvisa però che sarebbe stata una prova suicida in quanto l’offerta dell’incenso è un compito riservato ai soli Cohanim, pena la morte. Nonostante gli avvertimenti, i rivoltosi decidono di continuare nella loro contestazione.

L’ indomani H. punisce Korach, Datan e Aviram e tutto ciò che apparteneva loro con una morte mai vista prima: sotto ai loro piedi si apre una voragine enorme che li risucchia facendoli scendere vivi nello Sheol (regno dei morti). I duecentocinquanta seguaci, invece, sono stati puniti da un fuoco sprigionato da H., che li ha divorati.

Tutta la comunità si ribella contro Moshe e Aron accusandoli di essere la causa della morte d’Israele.
H. manda una pestilenza nel popolo e 14700 persone perdono la vita.
Moshe e Aron chiedono misericordia ad H., che perdona il popolo e fa fiorire il bastone di Aron come segno eterno del suo sacerdozio.

H. incarica i Levim della protezione del Mishkan, e offre loro come dono eterno, invece di una parte di terra come tutto il resto del popolo, le decime dei figli d’Israele e le primizie ogni specie.

Infine viene comandato anche ai Levim di consacrare un decimo dei propri averi ad H.

Rav Scialom Bahbout (fonte: Kolot.it) dice su questa parashà: “La lettura di Korach ci deve portare a riflettere sul fatto che una generazione e i suoi leaders che hanno visto grandi miracoli ed eventi, unici nella storia dell’uomo, dovrebbero riflettere prima di prendere posizioni contrapposte, specie dopo le grandi perdite subite dal popolo d’Israele. È invece necessario attivarsi per non disperdere il patrimonio di grandezza e di fratellanza che ha permesso al popolo d’Israele, unico tra tutte le genti più antiche, di risorgere dopo quasi duemila anni di diaspora.”


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