Israele verso l’immunità di gregge con un record di vaccini anti-Covid
di Gavriel Hannuna
Ancora una volta, Israele sembra essere su tutti i giornali. Nel corso della pandemia, si è parlato molto della situazione nello Stato Ebraico, inizialmente riguardo alle sperimentazioni dei vaccini, per poi parlare del pessimo lavoro durante la seconda ondata; adesso, invece, perché questo piccolo stato, con soli 8,9 milioni di abitanti, è il leader mondiale nelle vaccinazioni. Ben il 12,5% della popolazione è stato vaccinato, più di 1 milione di persone (dati del 2 gennaio). Intanto, il terzo lockdown procede con migliaia di nuovi contagiati ogni giorno, mentre il governo avrebbe promesso di vaccinare il 25% della popolazione entro la fine del mese; un traguardo più che raggiungibile, visti i dati di inizio gennaio.
Una delle maggiori sorprese è la velocità con la quale lo stato si è organizzato. Nel giro di qualche giorno, sono stati allestiti tendoni per le vaccinazioni in stadi, parcheggi, piazze. Perfino con un governo così fragile, con nuove elezioni previste a marzo (le quarte negli ultimi due anni), la logistica non ne ha risentito. Poche ore dopo gli annunci di Pfizer e di Moderna sull’efficacia dei loro vaccini, Netanyahu si era assicurato le prime dosi per Israele, pagandole a più del doppio del prezzo di mercato; mentre Israele iniziava le vaccinazioni, la European Medicines Administration (EMA) ancora doveva approvare il vaccino. Per comparare, quando la Food and Drugs Administration (FDA) ne aveva già approvato l’uso l’11 dicembre, trovò un’America non pronta per vaccinare velocemente la sua popolazione, e ancora adesso ne hanno vaccinato solo l’1,28%.
Il governo israeliano sembra essersi assicurato ben 14 milioni dosi di vaccini, e spera di uscire dalla pandemia nel giro di pochi mesi. Stando ai numeri degli ultimi giorni, Israele vaccina più dell’1,5% della sua popolazione ogni giorno, e permette a chiunque di ricevere il vaccino, anche ai cittadini stranieri; perfino se si è sotto i 60 anni si può ottenere il vaccino, semplicemente andando in un sito apposito e sperando che ci sia qualche dose avanzata. Un paese piccolo, con un sistema sanitario forte, tecnologia avanzata e ampie infrastrutture. In Israele, tutti i cittadini sono obbligati a registrarsi ad uno dei 4 provveditori di servizi sanitari, sovvenzionati tutti dallo stato. Per non parlare della militarizzazione della società intera, che aiuta le istituzioni ad avere un’organizzazione logistica unica al mondo.
Il prossimo traguardo di Israele? Raggiungere la tanto agognata immunità di gregge, che secondo molti esperti richiede l’immunità di almeno il 75% della popolazione. Le statistiche precedenti all’inizio del periodo di vaccinazione suggeriscono che il 63% dei cittadini si vaccineranno. In risposta, il governo parla già di riaprire a breve l’economia con grandi ostacoli per i non vaccinati. Tra le proposte avanzate nella Knesset ci sono: obbligo di mascherina in luoghi pubblici; limiti nell’uso di trasporti pubblici e limiti nei viaggi aerei; il rischio di essere licenziati per i non vaccinati; provvedimenti mirati per aumentare il numero dei vaccinati il più velocemente possibile. Intanto, le elezioni si avvicinano, e Netanyahu potrebbe ottenere un nuovo record: il primo capo di stato a sconfiggere la pandemia.
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