Israele, l’uccisione di Sinwar e la minaccia dell’Iran

sinwar

di Redazione

Dopo la latitanza di un anno nei tunnel sottostanti la Striscia di Gaza, l’esercito israeliano ha eliminato il capo di Hamas e architetto del 7 ottobre, Yanya Sinwar. Non un’operazione programmata, le truppe si trovavano infatti nella zona di Tl as-Sultan, vicino Rafah, quando hanno identificato tre uomini armati con cui è poi stato ingaggiato il fuoco. Solo dopo è avvenuta l’identificazione, che poche ore dopo è stata ufficializzata. Il “macellaio di Khan Yunis” è stato trovato con armi, denaro contante e documenti falsi per la fuga. “Abbiamo messo fine al conto aperto nei confronti di Sinwar, ma la battaglia non è terminata. Noi continueremo con tutte le forze finché gli ostaggi rimasti non saranno riportati a casa. Questa è una promessa. Sinwar ha distrutto le vostre vite e lo ha fatto in diversi modi finché non è stato ucciso – ha detto il premier Netanyahu in un discorso alla nazione – E’ la fine del potere malvagio rappresentato da Hamas, che non potrà più controllare Gaza”. La notizia è stata accolta con sollievo da tutto il mondo. Per la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Layen “la sua morte è certamente un indebolimento significativo per Hamas”, mentre dalla Casa Bianca Biden l’ha definita “una buona giornata per Israele, per gli Stati Uniti e per il mondo”. In Italia, la premier Meloni parla di una nuova fase e aggiunge:” è tempo che tutti gli ostaggi siano rilasciati, che si proclami un immediato cessate il fuoco e che si avvii la ricostruzione a Gaza”. La guerra però continua e la morte di Sinwar, fa sapere Netanyahu, è solo “l’inizio della fine”. Poi manda un appello:“Ai terroristi di Hamas dico: i vostri leader stanno scappando e saranno eliminati. Faccio appello a tutti coloro che tengono i nostri ostaggi: a chiunque deporrà le armi e libererà i nostri ostaggi, permetteremo di andarsene e continuare a vivere”. Con l’uccisione di Sinwar, Israele ha messo a segno un altro degli obiettivi proclamati a inizio guerra, ma mancano ancora gli ostaggi, mentre l’Iran rinnova con più forza il proseguo della guerra. Ieri Teheran ha tentato di uccidere il Presidente israeliano, lanciando contro la sua abitazione un drone che è stato intercettato. Il conto alla rovescia nella risposta israeliana al regime degli Ayatollah è partito, è solo questione di tempo.


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