Israele e i media che disinformano: ebrei divisi

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mediabiasSu Hatikwà e su molti giornali e riviste ebraiche italiane, ma anche sugli spazi social e negli scambi non virtuali, si discute spesso dell’approccio sbilanciato dei media quando si tratta di Israele e del conflitto israelopalestinese.

In linea di principio non occorre essere sostenitori dell’attuale governo israeliano per considerare iniquo il modo in cui la maggior parte dei quotidiani e delle televisioni, non esclusi alcuni di quelli che per altri aspetti fanno dell’equilibrio un punto di forza, dipinge il conflitto che coinvolge Israele, gli arabi palestinesi in particolare e il mondo arabo e islamico in generale. Ho una pessima considerazione del governo Netanyahu per molti motivi che riguardano la politica estera e interna, ma si tratta di una opinione personale del tutto irrilevante in questo caso. Non è credibile voler ricondurre alle scelte di questo governo la disinformazione che quotidianamente colpisce le fondamenta della legittimità dello Stato di Israele, semplicemente perché questa c’è sempre stata, anche quando al governo sedevano solide maggioranze laburiste.

netanyahuDi fatto, però, chi si occupa di smascherare il doppio standard utilizzato dai media per trattare di Israele e del terrorismo palestinese lo fa quasi sempre partendo da posizioni di sostegno al governo Netanyahu o più in generale alla destra sionista o nazionalreligiosa, e spesso e volentieri esprime senza filtro queste posizioni, facendo coincidere in modo estremamente discutibile l’invocazione a una più bilanciata informazione e la difesa a spada tratta delle posizioni dei partiti di destra. Parallelamente, mi sembra che pochi (ma alcuni sì) di quelli che sostengono una Israele diversa da quella di Netanyahu e dei suoi attuali alleati di governo, magari guardando con favore alle posizioni della sinistra sionista, si spendano per denunciare la disinformazione dei media mainstream e quella dell’oceano del web. Il risultato è una polarizzazione in due campi sempre più netta, un po’ paradossale se si pensa che spesso le posizioni di partenza non sono distanti.

Giorgio Berruto, responsabile di Hatikwà, l'organo dell'Ugei. Vive e lavora a Torino
Giorgio Berruto, responsabile di Hatikwà, l’organo dell’Ugei. Vive e lavora a Torino


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