In quale piazza: i diritti delle coppie omosessuali e i giovani ebrei italiani
Ieri pomeriggio in numerose località italiane e in alcune grandi città estere si sono svolte manifestazioni a favore del ddl Cirinnà sulle unioni civili. Un testo, a detta di molti, ancora insufficiente eppure, se superasse indenne le forche caudine dell’iter parlamentare, in grado di ridurre il gap legislativo che separa l’Italia da tutti i Paesi dell’Europa occidentale e da Israele.
Ho partecipato alla manifestazione organizzata dalle sigle Lgbt a Torino: una piazza Carignano traboccante di volti giovani che si sono stancati di essere il futuro e vorrebbero cominciare a essere il presente.
A poche centinaia di metri si è svolta un’altra manifestazione, di segno opposto, quella delle “Sentinelle in piedi”. Ho approfittato della vicinanza per andare a dare un’occhiata, districandomi a stento tra i 10000 di piazza Carignano. Le ho viste, le “Sentinelle”: qualche decina di spettri grigi, gli occhi acquosi, stiliti senza colonna, servitori di una presunta giustizia che non ha più un mondo su cui venire calata.
Non lo ha più perché il mondo è cambiato ma loro no, giannizzeri tardivi di un’idea difesa con fanatico coraggio di fronte ai cori di scherno di alcuni manifestanti giunti dall’altra piazza, quella confusa, forse troppo, eppure colorata.
Non ho la pretesa di parlare a nome dell’ebraismo – non potrei farlo e non ne sarei in grado – ma mi piace pensare che la centralità che questo dà alla persona, al soggetto morale consapevole e capace di scegliere responsabilmente, vada di pari passo con la difesa dei diritti di coloro che ne sono privati. Come ha sostenuto recentemente Gadi Luzzatto Voghera su Moked, quello che il ddl Cirinnà dovrebbe sancire, non senza timidezza, è una realtà ormai solida. Una realtà di fronte a cui troppo a lungo abbiamo voltato la testa, e che oggi si presenta con sempre maggiore urgenza. Non oso avventurarmi per i difficili sentieri della halachà, rimando però con piacere all’importante intervista di Anna Segre a rav Haim Fabrizio Cipriani pubblicata alcuni mesi or sono da “Ha Kehillah”, una esplicita apertura alle unioni omosessuali che assume la Torah stessa come base, e alle riflessioni di rav Amedeo Spagnoletto in occasione di un evento organizzato dall’Ugei nel giugno 2014.
E’ tempo di decidere verso quale piazza dirigerci.
L’Unione Giovani Ebrei d’Italia (UGEI) è un’organizzazione ebraica italiana. Essa rappresenta tutti gli ebrei italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’organo ufficiale di stampa UGEI è HaTikwa: un giornale aperto al confronto di idee.